“La Presidente Tesei dichiara ‘posso dirvi che noi rimaniamo in zona arancione a livello regionale poiché c’è un bilanciamento tra le due provincie’.
I dati, infatti, registrano 443 casi di cui 423 in provincia di Perugia e 20 in quella di Terni”.
E’ una fotografia che conosciamo, ribadita Leo Venturi, ex consigliere comunale, leader dell’associazione Terni Oltre.
“La fotografia dell’Umbria – sostiene Venturi – non solo preoccupa ma certifica l’inadeguatezza della Regione nell’affrontare quest’ulteriore fase emergenziale che colpisce l’Umbria. Il non decidere di dichiarare zone rosse i territori della provincia di Perugia, a partire dal capoluogo, penalizza tutta l’Umbria e in particolare la provincia di Terni che si ritrova, da settimane, in zona arancione anziché gialla. Tale atteggiamento, oltre a far aumentare i rischi di un sempre più diffuso contagio, penalizza la mobilità dei cittadini e le attività economiche, ad esempio bar e ristoranti, già duramente colpite. Attività economiche, che, con il sostegno delle associazioni di categoria, dovrebbero avere la determinazione nel chiedere un risarcimento alla Regione per aver subito ulteriori danni causati dall’immobilismo dell’Amministrazione Regionale. Bravi e tempestivi a criticare gli altri, bravi a urlare più autonomia ma incapaci di assumersi la responsabilità di decidere. Tutto ciò – conclude Venturi – nel totale silenzio del Sindaco di Terni. Terni sempre l’ultima ruota del carro!”.