Il 19 gennaio sono stati 20 anni dalla morte di Bettino Craxi, l’ex segretario socialista ed ex presidente del consiglio morto esule (o latitante), a seconda di come lo si considera, in Tunisia, travolto dall’inchiesta Mani Pulite, insiema tutta la Prima Repubblica. Sulla figura di Bettino Craxi è in corso da un dibattito da anni. Ingiusto ridurre alla sola vicenda giudiziaria tutto il suo percorso politico e di statista.
Ad Hammamet, in questi giorni, c’è stata una sorta di processione laica. In tantissimi si sono recati sulla sua tomba a rendergli omaggio.
Fra gli altri, l’ex senatore del Partito Democratico ed segretario comunale di Terni, Leonardo Grimani, trasmigrato a Italia Viva di Matteo Renzi.
“In un post sulla sua pagina facebook il senatore Grimani scrive: “Ho partecipato con il mio capogruppo al Senato Davide Faraone in rappresentanza di Italia Viva ad una visita alla tomba di Craxi ad Hammamet. Penso che trascorsi venti anni dalla morte del leader socialista e dalla stagione di tangentopoli si possa guardare quella porzione di storia con un’ottica diversa e rammaricarsi per i giudizi troppo spesso di parte e poco obiettivi che la descrissero. Rimane il rammarico rappresentato dal fatto che quelle inchieste non solo condannarono, come era normale e giusto che avvenisse, i responsabili ma portarono alla cancellazione di partiti che furono l’architrave della Repubblica. Ciò che maggiormente resta della stagione di Craxi fu il suo tentativo di riformare il movimento operaio come era avvenuto all’estero, favorendo un’evoluzione sul modello europeo del pensiero socialista e rilanciando la sinistra su basi riformiste. Questi valori oggi fanno parte del nostro essere impegnati in politica.”