“E’ stata la regione a porre la questione ambientale di Terni al ministero e abbiamo detto non vi sognate di immaginare che in una città dove, fortunatamente ma anche delicatamente, c’è una grande industria siderurgica, in una città con i dati della qualità dell’aria che avete approvato, che si dimostra essere la più sensibile del territorio regionale, in una città che sull’ambiente, nella sua storia secolare, ha pagato un sacrificio che è stato quello dello sviluppo e dei suoi limiti, non vi sognate di immaginare che, nell’innovazione dell’impiantistica, sia anche una città che possa soddisfare un’esigenza di sistema-paese”. E’ uno dei passaggi cruciali del lungo intervento in consiglio comunale della Presidente della giunta regionale, Catiuscia Marini. Un consiglio comunale straordinario dedicato ai temi dell’ambiente, dell’inquinamento e dei rifiuti.
La Marini ha voluto poi sottolineare come “agli impianti della provincia di Terni, la discarica le Crete di Orvieto, gli impianti di Terni che, peraltro oggi non si occupano più dei rifiuti soldi urbani, non siano pervenuti rifiuti degli altri ambiti regionali che non hanno mai gravato sulla provincia di Terni, i cittadini lo devono sapere”.
Riferendosi poi alla richiesta di area di crisi industriale complessa, la Marini ha sostenuto che per quel che riguarda la parte pubblica gli investimenti non saranno nè su strade, nè sulle infrastrutture bensì sulla riqualificazione ambientale”.
Nel suo intervento, il sindaco Leopoldo Di Girolamo ha rivendicato di essere stato lui a chiudere l’inceneritore di ASM:”con una delibera, anche se era sotto sequestro della Procura; è stata una decisione assunta in ottemperanza agli impegni elettorali presi – ha aggiunto Di Girolamo”. “Quell’inceneritore fu rivampato dalla giunta Ciaurro ma dico – con correttezza, ha precisato il sindaco – che l’avrei fatto anche io , quegli anni”.
Sulla raccolta differenziata dei rifiuti dove Di Girolamo ha ammesso dei ritardi, Terni, fra i comuni dell’ATI4 è uno di quelli ancora indietro, insieme a Polino. Terni è al 43%:”entro il mese di giugno partirà la raccolta differenziata spinta in tutto il territorio cittadino e siamo sicuri – ha assicurato il sindaco – di raggiungere già alla fine dell’anno quei risultati che ci eravamo prefissi e non entro il 2030 come diceva l’Unione Europea”.
Di Girolamo ha ricordato anche alcuni provvedimenti utili alla riduzione dei rifiuti come le fontanelle pubbliche “che ci hanno permesso di non mettere in commercio 860 mila bottiglie-Pet, l’anno o i pannolini lavabili al posto di quelli monouso”.
“Sulle tariffe – ha precisato il sindaco – abbiamo registrato una crescita rispetto al passato, con la TARI ma esse sono mediamente tra le più basse del Paese, essendo Terni al 69° posto a livello nazionale, quindi non stiamo saccheggiando le tasche dei cittadini”.
Sul fine ciclo, ha assicurato l’assessore regionale all’ambiente, Fernanda Cecchini, anche lei intervenuta nel consiglio comunale di Terni, “noi non vogliamo bruciare rifiuti”. Dello stesso tenore l’intervento dell’assessore comunale all’ambiente, Emilio Giacchetti:”va ribadita una scelta compiuta dalla giunta, grazie anche al dibattito consiliare, che è di contrarietà all’incenerimento come metodo di chiusura del ciclo dei rifiuti. Scelta che si basa sulle annose criticità ambientali che caratterizzano la conca ternana. Abbiamo sostanziato questa scelta con atti nelle conferenze di servizio rispetto agli impianti ternani; è una risposta solamente parziale al tema delle immissioni in atmosfera – ha aggiunto Giacchetti – che c’impone di mettere in cima alla lista delle priorità il raggiungimento degli obiettivi prefissati per la raccolta differenziata.”
Interventi molto critici da parte di tutte le opposizioni. Alle fine del dibattito, comunque, è stato approvato un documento unitario presentato da Andrea Cavicchioli , capogruppo del Partito Democratico, emendato dai consiglieri del centrodestra in cui si impegna il sindaco e la giunta “a ribadire in ogni sede la contrarietà alla realizzazione di impianti d’incenerimento e/o alla modificazione di qualsivoglia natura, quantitativamente e qualitativamente della autorizzazione degli impianti esistenti escludendo assolutamente il trattamento di rifiuti urbani tramite il processo di termovalorizzazione, tenendo conto della necessità oggettiva di azioni virtuose per affrontare le criticità della conca ternana e del principio di precauzione; ad intensificare ogni azione diretta a favorire il raggiungimento del 75% di raccolta differenziata con un ciclo di trattamento, riciclaggio, riuso che in termini economici e ambientali fornisca ogni più ampia garanzia; operare per l’applicazione della tariffa puntuale con premialità e penalizzazioni; porre in essere ogni iniziativa per la diminuzione della produzione dei rifiuti con premialità e penalizzazioni; attivarsi per un confronto da sviluppare con la Regione per la semplificazione dei soggetti gestori e delle aziende che operano nel territorio regionale; a sostenere ogni azione della Giunta regionale e dell’Auri per la salvaguardia dei principi confermati nell’atto d’indirizzo per favorire la modernizzazione impiantistica del settore.”
Come detto l’atto è stato votato anche dal centro destra , da Forza Italia, dalla Lista il cammello, da Fratelli D’Italia, da I love Terni, non dal Movimento 5 Stelle che non ha preso parte alla votazione.