Presentando l’ipotesi di riorganizzazione del servizio di refezione scolastica, il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo e l’assessore Vittorio Piacenti D’Ubaldi hanno ufficializzato che la gestione prevista dalla prossima concessione (8 anni) garantisce il “cotto e mangiato”, l’utilizzo dei piatti di coccio invece di quelli di plastica e gli alimenti biologici per l’80%.
Inoltre sono previsti significativi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sulle cucine scolastiche comunali. Attrezzature ed elettrodomestici saranno a basso consumo energetico e per le cucine (10%) ove già ora non è possibile l’uso del coccio saranno introdotti piatti biodegradabili. Viene introdotta per la prima volta la Commissione cittadina mense con la presenza di operatori, ASL, gestore e genitori. Previste anche iniziative, rivolte ai genitori, di educazione alimentare.
“Va dato atto – sottolinea Gino Venturi, segretario provinciale della UIL – all’Amministrazione nelle sue diverse articolazioni di aver radicalmente rivisto le proprie scelte iniziali che prevedevano pasti precotti e serviti su piatti di plastica e questo va a merito di un’ampia mobilitazione di genitori, operatori comunali e della cooperazione che ha visto un ruolo del tutto rilevante della UIL che a tal fine aveva mobilitato anche la propria struttura nazionale.
Dunque rimangono nelle mense scolastiche i cibi cotti direttamente nelle scuole e subito mangiati in loco – aggiunge Venturi – garantendo così freschezza e gustosità. Mangiare cibi cotti sul posto e su piatti di ceramica non solo tutela i nostri concittadini più piccoli sul versante della salute ma ha anche una rilevante valenza educativa oltre ad eliminare, tutelando l’ambiente, la produzione annua di 14 tonnellate aggiuntive di plastica (piatti e posate) da dover poi smaltire. Nello scorso anno scolastico i pasti forniti in loco sono stati 446.047 e il costo totale della refezione scolastica ha superato i 3 milioni di euro.
La UIL nell’incontro con il Sindaco ha sottolineato tuttavia la necessità di controlli stringenti da parte degli Uffici del Comune di cui va rafforzato l’organico e da parte dei genitori.
Secondo l’Amministrazione, pur avendo mantenuto questa eccellenza, si avrà con la nuova gestione un risparmio che si aggira, tutto compreso, intorno ai 500.000 euro all’anno.
“Questo dimostra – conclude Gino Venturi – che è giusta la nostra richiesta agli enti di dover eliminare gli sprechi e non ridurre invece la qualità dei servizi”.