Si chiama Michele, anche se è nato Veronica. Si tratta della prima persona a Terni a compiere la transizione da donna a uomo e sarà anche il primo marittimo trans in Italia. Sta infatti cambiando lavoro, da agente di commercio è pronto per imbarcarsi su una nave.
Michele ha 39 anni e la decisione di cambiare sesso l’ha presa di recente “in tarda età, lo consiglio perché a volte si fanno degli errori, a volte si può scambiare una identità di genere con un essere gay o lesbica e accettare il proprio corpo, sono due cose completamente differenti” dice lui stesso anche se è tutt’ora giovane , ha 39 anni. “Se avessi accettato il mio corpo – afferma – avrei evitato tantissime cose, avrei evitato di sentirmi male , il testosterone che sono bombe micidiali, l’operazione ma sin da piccolo mi sono sentito maschietto e volevo essere maschietto, sognavo il matrimonio con una donna, sono sempre stato attratto dalle donne ma avevo un corpo che non mi permetteva di espormi più di tanto”.
Veronica si è sempre sentito uomo. “Sono stato sempre eterosessuale in un corpo sbagliato , mi sono sempre sentito uomo ed è stato questo che mi ha fatto prendere questa decisione”.
Michele ha deciso di rendere pubblica la sua storia “per dare forza a tutte quelle persone che non hanno il coraggio di intraprendere un percorso di transizione, se ce l’ho fatta io ce la possono fare tutti”.
Proprio oggi perché oggi “è il giorno più bello, ho fatto il processo per essere autorizzato all’esportazione del seno e dell’utero e fra 30 giorni, al massimo, mi opero. La giudice (Monica Valletti, ndr) è stata fantastica, mi ha dato l’ok all’intervento e al cambio di nome sui documenti”.
Michele è napoletano ma è ternano d’adozione visto che si è trasferito qui quando aveva soltanto 8 anni. Conserva però uno spiccato accento della sua terra. Niente tracce di ternano, almeno nell’intervista.
Oggi per lui è un giorno di festa tanto che si è concesso anche un brindisi. Nessun pentimento. “Sono felice, io l’intervento lo farei anche domani” e conclude “meglio avere un figlio gay o transessuale che morto”.
Michele nel suo iter giudiziario è stato supportato dall’avvocato Alessandro Gentiletti: ” “prendo in prestito quanto risponde Andrew Beckett – ha commentato Gentiletti – in Philadelphia alla domanda ‘cosa le piace del diritto?’ ‘ll fatto che una volta ogni tanto…non sempre, ma a volte… diventi parte integrante della giustizia applicata alla realtà. E’ un’esperienza davvero eccitante quando questo avviene'”.