“Io non sono uno qualunque , si relazionino con me; io non so niente di questa lettera, non so niente di questo pronunciamento, qualsiasi cosa che riguarda la chiesa cattolica va trattata con il vescovo della diocesi di Terni-Narni-Amelia”. E’ visibilmente contrariato Mons. Giuseppe Piemontese per la “grandissima scorrettezza” che è stata compiuta nei suo confronti , come ha affermato egli stesso in un incontro che si è svolto nella serata di ieri con gli operatori dell’informazione in occasione della festa di San Francesco di Sales.
Mons. Piemontese si riferisce, anzi glielo riferiscono “poiché non ho letto i giornali”, a una risposta data dal soprintendente regionale, Stefano Gizzi, “molto probabilmente al parroco di San Valentino”, risposta nella quale si dice contrario allo spostamento dell’urna di San valentino “perché potrebbe causare gravissimi danni al bene in oggetto” , notizia pubblicata sul “Messaggero” di domenica.
Lo stesso vescovo sottolinea di aver sottoposto alla soprintendenza un parere, “per puro scrupolo” , la scorsa settimana e di essere in attesa di una risposta “che non sono convinto che sia necessaria”, ha ribadito il vescovo poichè ” chi ha facoltà sulle reliquie non è il soprintendente ma è il vescovo”. Si tratta di un parere “ad abundantiam”.
Sempre il vescovo, invece, ha affermato di aver avuto un rapporto di fattibilità dell’operazione, senza rischi, (comunque “siamo sotto il cielo”) da parte di suoi tecnici e collaboratori.
“Prima di fare tutto questo- ha spiegato Mons.Piemontese – sono andato a Roma alla congregazione per il culto divino, ho parlato con il sottosegretario al quale ho detto la proposta che avevo in mente e la risposta è stata che era una cosa buona e poi ho chiesto se dovevo chiedere autorizzazioni , mi è stato risposto che è lei il vescovo e lei ha la facoltà di fare queste cose”.
L’OBBEDIENZA
“Difronte a tutte queste cose qua, il problema è serio – ha detto Mons. Piemontese – ma non il trasferimento dell’urna di San Valentino, questo non è un problema, il problema è di come la comunità di San Valentino si pone nei confronti della chiesa, nei confronti di una proposta pastorale per il bene spirituale della città e non per il capriccio del vescovo”.
Una volta che si è presa una decisione, insomma, le discussioni devono finire.
Mons. Piemontese ha lasciato intendere che solo difronte “a una rivoluzione” dei parrocchiani eviterà lo spostamento temporaneo dell’urna di San Valentino. Ciò che è certo, accada quel che accada, è che il Pontificale di San Valentino verrà celebrato in Duomo.
Riproponiamo l’intervista che il vescovo Piemontese rilasciò a Terni in Rete il 9 dicembre 2015 in cui, oltre ad annunciare gli eventi per l’Anno Santo spiega come vorrebbe che si svolgesse la festa del 14 febbraio in onore di San Valentino, cosa che ha poi ripetuto nell’incontro di ieri sera.