E’ morto oggi a Roma il regista Giuliano Montaldo. Aveva 93 anni.
Tra i suoi film più celebri “Sacco e Vanzetti”, “Giordano Bruno”, “L’Agnese va a morire” , “Gli occhiali d’oro”. Ha recitato anche in una ventina di film tra i quali “Un eroe borghese” di Michele Placido dove interpretava la figura dell’ex governatore della banca d’Italia Guido Carli e “Tutto quello che vuoi” sulla strana amicizia tra una persona anziana e un giovane teppistello, di Francesco Bruni. Ruolo, quest’ultimo, che gli valse il David di Donatello come miglior attore non protagonista.
Montaldo era anche cittadino onorario di Narni dove aveva fondato e diretto il Festival “Le vie del cinema”.
Il sindaco di Narni, Lorenzo Lucarelli lo ha ricordato esprimendo cordoglio a nome personale, dell’amministrazione e della città. “Siamo onorati di aver avuto la possibilità e la fortuna di conoscerlo e di collaborare con una figura così importante, profonda e affascinante”, ha affermato Lucarelli.
Montaldo è stato il direttore artistico e in questi ultimi anni condirettore insieme ad Alberto Crespi de Le Vie del Cinema, “una rassegna – ha dichiarato Lucarelli – oggi riconosciuta in tutta Italia anche grazie, e soprattutto, a Montaldo. Sono onorato di averlo conosciuto e conserverò come un qualcosa di prezioso il nostro incontro alle vie del Cinema nel 2017. Un forte abbraccio alla moglie Vera Pescarolo e a tutta la sua famiglia”.
L’attuale direttore del festival, Alberto Crespi, ricorda così il regista scomparso:
Con Giuliano Montaldo, Narni e “Le vie del cinema” perdono un amico, un compagno di lavoro, un fratello. Giuliano è stato l’inventore di questo festival, assieme all’allora sindaco di Narni, Luigi Annesi. E quando divenne presidente di Rai Cinema mi chiese di affiancarlo nella direzione artistica. Per anni abbiamo fatto il festival assieme, e sempre ha condiviso le nostre scelte e ci ha aiutato in ogni modo possibile. Le riunioni a casa sua per definire il programma, assieme agli inseparabili organizzatori della rassegna narnese, erano occasioni conviviali in cui per qualche minuto si parlava di cinema e poi si passava a parlare di tutto. Per il pubblico di Narni era una presenza fissa, divertente, rassicurante. Perché in questo momento così triste vorrei ricordare che Giuliano era, oltre che un grande regista, un uomo di enorme umanità e di straordinario umorismo. Grazie a Narni ho avuto modo di scrivere un libro-intervista con lui (“Dal Polo all’Equatore”, editore Marsilio) e tutti coloro che lavorano a “Le vie del cinema” sono orgogliosi di aver contribuito, anni fa, al restauro di “Sacco e Vanzetti” e di aver presentato, più di recente, il restauro del suo primo film, “Tiro al piccione”. Narni è stato un capitolo magari piccolo, ma bello, nella ricca e avventurosa vita di Giuliano e della sua adorata moglie, Vera Pescarolo Montaldo, alla quale tutti ci stringiamo affettuosamente in questo momento di dolore.