Si chiude con una 13° posizione il campionato 2017 di Danilo Petrucci, che a Valencia non brilla ma può comunque festeggiare la migliore stagione della sua carriera. E, se è vero che l’obiettivo dichiarato (la top 10) è fallito, il ternano ha comunque mantenuto l’8° piazza nella classifica iridata, e con 4 podi si conferma il pilota più efficace tra i non ufficiali.
L’ultimo appuntamento – a dir la verità – è stato avaro di soddisfazioni per Danilo, che dopo una buona partenza è scivolato in pochi giri in 15° posizione (quella da cui partiva). Le cadute di Lorenzo e Dovizioso hanno permesso a Petrux di chiudere 13° e portare a casa 3 punti importanti per consolidare l’ottimo piazzamento nella generale (ad appena 13 lunghezze dal pluricampione del mondo – e dallo stipendio “plurimilionario” – Jorge Lorenzo, con la Ducati ufficiale). I 124 punti finali di Danilo sono un record personale e anche per il team Pramac, mai così in alto con un suo pilota: «È stata una stagione ricca di soddisfazioni» ha dichiarato il ternano a freddo «Abbiamo vissuto grandi emozioni che ricorderò per sempre: ho un team straordinario che voglio ringraziare per il lavoro che fatto. Una dedica speciale a tutti quelli che hanno contribuito a raggiungere questi risultati e un saluto al mio meccanico Edoardo con cui ho condiviso gli istanti prima della partenza di ogni gara».
In vetta, invece, il Gp di Valencia ha regalato l’ennesimo finale poco limpido del Motomondiale: Marc Marquez, visibilmente più veloce di tutti, ha ceduto la posizione a Zarco nelle prime tornate, tenendolo “a tiro” per tutto il resto della corsa. Un gioco al “gatto col topo” (poco rispettoso con lo stesso francese, a volte lasciato distanziarsi e poi subito ripreso in poche curve), con alle spalle lo scudiero Pedrosa e completato da un duetto Ducati ancora più paradossale: dopo una veloce rimonta nei primi giri – da 9° a 5° – Andrea Dovizioso ha passato il resto della corsa a respirare lo scarico del suo compagno di squadra Jorge Lorenzo. Un sospiro di sconfitta, quello dell’italiano, attaccato allo spagnolo ma mai in grado di sopravanzarlo. A nulla sono serviti i cartelli esposti dal box che chiedevano al maiorchino di cedere la posizione; e il sospetto di uno scambio di favori con Marquez dopo il 2015 rimane…
La conclusione è stata ancor più surreale, con “due cadute e mezzo” a poche tornate dalla bandiera a scacchi: prima Marquez, quasi completamente a terra in un duello con Zarco e poi capace di rialzarsi spingendo con gomito e ginocchio; poi, all’errore del folletto (5° dopo la gran paura), è stato il turno delle Ducati. Lorenzo è scivolato quando ormai aveva ripreso i primi due (Zarco, 2° al traguardo, e Pedrosa, vittorioso alla fine), Dovizioso ha ceduto qualche curva più tardi – forse logoro dopo un Gran Premio psicologicamente distruttivo. A lui l’onore di aver tenuto aperto il campionato e fatto sognare milioni di ducatisti.
Se la Honda può festeggiare il 1° posto in gara (con un Pedrosa in splendida forma) e nel mondiale (con Marquez comunque 3°, sul podio), deve preoccuparsi la Yamaha, “salvata” da Valentino Rossi (5°) e sprofondata con Maverick Viñales (12°). Già dai prossimi giorni, sul tracciato di Valencia, servirà grande attenzione al nuovo progetto per riscattare un’annata da dimenticare.
(Giulio Sacco)