Non c’è stata una riscossa per Danilo Petrucci, che nella gara di Motegi rimonta sì 6 posizioni, ma senza mai essere protagonista (come dimostrano le poche inquadrature che la regia della Dorna gli ha concesso). Soprattutto, la 9° è piazza finale è arrivata grazie a diverse cadute illustri (3) che hanno facilitato il compito del ternano.
Dalla 15° casella di partenza Petrux è riuscito ad indovinare un buono scatto, con due posizioni guadagnate alla prima curva e un’altra il giro successivo. Da lì (12°), però, il pilota di Terni è entrato in un frustrante limbo: non pressato da chi era dietro, ma non abbastanza veloce per tentare un ricongiungimento con Pedrosa e Viñales che lottavano più avanti. A smuovere la classifica ci hanno pensato le scivolate del compagno Jack Miller prima – ritirato mentre era 7° – e di Andrea Iannone (4° fino a quel momento) poi. Davvero troppo poco per un pilota – Petrux – di straordinario talento, e che giusto l’anno scorso qui in Giappone aveva conquistato il podio lottando a tu per tu con Marquez e Dovizioso. A completare la giornata no della Ducati ci ha pensato proprio lui, il Dovi, caduto alla fine del penultimo giro dopo una gara in testa.
La classifica generale fortunatamente è ancora favorevole a Danilo, che perde sì una posizione su Zarco, ma ne guadagna un’altra sull’infortunato Lorenzo, mantenendo così la 7° piazza. Con 133 punti, questo è il campionato più consistente del ternano, che però rimpiange forse il 2017, caratterizzato da qualche errore in più ma anche 4 piazzamenti a podio (quest’anno è successo solo in Francia, col 2° posto). Dal canto suo, Petrux preferisce guardare al prossimo appuntamento: «Volevo fare la Top 10 dopo un week end difficile e ci sono riuscito, anche se mi hanno aiutato alcune cadute» ha ammesso a fine gara, spiegando «Sono contento di aver preso alcuni punti anche se per la classifica Independent Crutchlow sta facendo grandi risultati. In Australia devo fare meglio e non vedo l’ora di essere a Philip Island».
Al vertice si chiudono definitivamente i giochi mondiali, con Marc Marquez che vince la gara di casa della Honda (che festeggia anche la 2° piazza di Cal Crutchlow) e si porta a casa il campionato con tre gare d’anticipo. Il folletto è stato implacabile, come nel resto della stagione, dando meno spazio alla spettacolarità rispetto ma non buttando mai via punti. Una strategia che invece ha indotto il suo principale rivale – Dovizioso – più volte all’errore. Era successo a Jerez, Le Mans e in Catalogna, quando l’italiano aveva sprecato possibili podi e vittorie; ed è capitato anche oggi: Dovi ha condotto quasi tutta la gara in testa, ma nel duello finale è di nuovo incappato in una scivolata fatale per le sue speranze iridate.
Detto dell’ottimo podio di Alex Rins (3°), con una Suzuki ormai terza forza del mondiale, continuano i guai per la Yamaha. Un uomo solo riesce a riportarla a galla quanto basta per evitare lo smacco: Valentino Rossi, oggi eroicamente 4°. Il Dottore ha lottato caparbiamente, mentre Viñales non è andato oltre il 7° posto, a più di 7 secondi da Valentino. C’è da lavorare – i giapponesi lo ripetono ossessivamente – ma aumenta sempre più il rischio che ciò non basti per tornare al vertice in breve tempo.
(Giulio Sacco)