Non si placano gli animi del Motomondiale, ancora caldi dopo la folle gara di domenica (Rio Hondo, Argentina). Anzi, le polemiche sembrano estendersi, coinvolgendo ogni giorno qualche altro attore: se inizialmente le recriminazioni riguardavano la condotta di Marc Marquez – reo di numerose scorrette, ultima aver provocato la caduta di Valentino Rossi – in questi giorni sono stati tirati in ballo anche Johann Zarco e il nostro Danilo Petrucci.
Il francese, nelle prime tornate di gara, è stato protagonista di un’entrata “garibaldina” su Dani Pedrosa, che dopo il contatto è caduto procurandosi una frattura al braccio destro. E anche Petrux è stato chiamato in causa da Aleix Espargaro, che oltre alla ruotata di Marquez ha subito pure quella del ternano, che ha suo dire andava sanzionato allo stesso modo: «Penalizzare Marc Marquez per la sua azione è giusto» ha scritto lo spagnolo sul suo profilo Twitter, aggiungendo «Anche Petrucci mi ha colpito, pure più forte, però lui non è stato sanzionato. Forse perché non sta lottando per il titolo? Abbiamo mille telecamere e non servono a niente…». Un’accusa pubblica, corredata anche da foto. Dal canto suo, il team Pramac ha difeso Petrucci con un comunicato ufficiale: «Il contatto tra Danilo Petrucci ed Aleix Espargaro non ha provocato conseguenze per il prosieguo della gara di entrambi i piloti ma viene invece considerato alla stregua di quelli che hanno visto Johann Zarco e Marc Marquez estromettere, loro malgrado, dalla gara Dani Pedrosa e Valentino Rossi. Lo stesso Danilo Petrucci, del resto, è stato toccato nell’ultimo giro da Syahrin dovendo allargare la traiettoria e consentire il passaggio di Andrea Iannone».
Capire chi ha ragione è difficile – anche perché, nel gioco delle parti, ciascuno tira acqua al suo mulino – ma l’impressione è che si stia facendo di tutta l’erba un fascio. Prima di tutto, andrebbe forse spezzata una lancia per Johann Zarco, che la direzione gara (a mio parere giustamente) non ha punito. Il francese infatti è stato aggressivo nella sua entrata su Pedrosa e, per sorpassarlo, si è infilato in uno spazio risicato, ma esistente. Nella curva i due si sono poi toccati, ma lo spagnolo è caduto da solo, alla riapertura del gas, perché si trovava su un punto ancora bagnato del tracciato.
La situazione di Danilo è ancora differente: dalle immagini, in effetti, il ternano sembra essere entrato in curva più veloce del “normale”, urtando con la gomma anteriore il posteriore di Espargaro. La richiesta di penalità da parte dello spagnolo quindi è legittima (gli è stato provocato un danno), ma non vedo alcuna malizia nell’intervento di Petrux, che è sempre stato tanto aggressivo – e ci piace così – quanto corretto. Soprattutto: in una lotta serrata, come quella in cui era coinvolto, ci sta commettere un errore. Ben diverso è stato il comportamento di Marquez, ravvisato anche da Valentino Rossi nel dopo gara: lo spagnolo – dopo essersi fatto beffe del regolamento in partenza – ha “sportellato” diversi piloti (Espargaro, Rabat, il Dottore, poi caduto, e Viñales) che per giunta andavano più lenti di lui di oltre un secondo al giro. In questo senso, simili manovre erano totalmente inutili.
Quel che è certo è che, dopo le pesanti accuse di Rossi a Marquez e il polverone sollevato da Espargaro, i bollori sono cresciuti. La Dorna (società spagnola che gestisce il Motomondiale) ha convocato un Comitato per la sicurezza prima del Gp di Austin (22 Aprile) per chiarire la situazione, ma l’impressione è che le vecchie rivalità potrebbero presto tornare ad ardere.
(Giulio Sacco)