Vola come una farfalla e punge come un’ape, Danilo Petrucci, che al Mugello, con la livrea speciale giallo-nera del Centro Stile Lamborghini, sembra proprio l’operoso insetto. Purtroppo però non è bastato per raggiungere il podio, nonostante una gara da leone che lo ha visto 7° sotto la bandiera a scacchi.
Petrux sembrava carichissimo sin dal via, con una partenza che – diversamente dal solito – gli ha consentito di guadagnare due posizioni e ritrovarsi terzo dopo la prima curva. Purtroppo lo scatto è stato vanificato da Marc Marquez, che nella successiva esse ha toccato il posteriore di Danilo costringendolo ad allargare e perdere posizioni. Il ternano si è ritrovato così 9°, con la necessità di rimontare in fretta per non far scappare i primi. E in effetti così ha fatto, inanellando una serie di giri record che gli hanno consentito di sorpassare in poche tornate Zarco, Crutchlow e Alex Rins. In questo modo si è ritrovato 5°, grazie anche alla caduta del campione del mondo Marc Marquez, “punito” dalla sorte con una scivolata innocua ma spettacolare (il folletto ha cercato per molti metri di tenere in piedi la moto con gomito e ginocchio, ma si è dovuto arrendere quando è arrivato sulla ghiaia).
A dodici giri dal termine il capolavoro che sembrava aver concretizzato la rimonta: Petrux ha approfittato della bagarre tra Rossi (3° in quel momento) e Iannone per infilarli entrambi all’ultima curva e provare ad aprire un gap di “sicurezza”. Purtroppo, dopo aver stressato così tanto gli pneumatici, Danilo ha avuto un calo repentino della gomma nel finale e a 6 giri dal termine ha dovuto subire diversi sorpassi. Le ha provate tutte, difendendosi con le unghie e con i denti, ma alla fine ha dovuto cedere, passando il traguardo in 7° piazza, davanti a Maverick Viñales e Alvaro Bautista. Comprensibilmente rammaricato il ternano, soprattutto perché – dopo le tante polemiche – l’intervento scomposto di Marquez (ormai plurirecidivo) non è stato nemmeno messo sotto investigazione: «Sono molto dispiaciuto per come sono andate le cose» ha dichiarato, chiarendo «Sono partito molto bene dalla seconda fila ma Marquez mi ha spinto fuori dal circuito. Se devo essere onesto sono molto arrabbiato perché abbiamo lavorato molto bene con il team. Fortunatamente c’era la via di fuga ma nel primo giro sono passato nono: ho perso 6 posizioni e tempo, e ho dovuto spingere molto per recuperare. Non sono il Race Director, ma i commissari dovrebbero fare qualcosa contro di lui».
Sul podio vanno comunque due italiani, Andrea Dovizioso (2°) e Valentino Rossi (3°), che nonostante le difficoltà della sua Yamaha è riuscito a beffare dopo una dura bagarre i due piloti della Suzuki Andrea Iannone (4°) e Alex Rins (5°). Le difficoltà dei compagni di marca – Viñales è 8°, Zarco addirittura 10° – testimoniano quanto di suo ci ha messo il Dottore, che con questo podio si è preso anche la 2° posizione in campionato, a 23 punti da Marc Marquez, oggi rimasto a bocca asciutta. Può consolarsi con questo anche Andrea Dovizioso, che torna a – 29 da Marquez ma che deve arrendersi al suo compagno Jorge Lorenzo, alla prima vittoria in Ducati. L’italiano sembrava poter tenere il ritmo del rivale, ma un calo di gomme nel finale e la straordinaria costanza del maiorchino hanno tolto al Dovi un successo che avrebbe fatto molto comodo in ottica mondiale.
Lorenzo invece si riprende psicologicamente, dopo un anno e mezzo di disastri sportivi, con una vittoria proprio quando tutti danno per fatto il suo addio alla rossa. Di certo una rondine non fa primavera – tradotto: una vittoria non toglie mesi e mesi di delusioni. Però un cambio di rotta potrebbe scombinare i piani Ducati, che pareva più orientata a “promuovere” Petrucci in prima squadra. Insomma, quella della Desmosedici ufficiale sembra “una sella per due”; ma solo uno, tra Danilo e Lorenzo, potrà occuparla. La sfida è iniziata.
(Giulio Sacco)