Inizia ufficialmente con i test di oggi il cammino verso il campionato 2019 di MotoGp. E con esso, inizia anche la nuova avventura in Ducati di Danilo Petrucci, che ha dismesso da poco i panni del team Pramac per approdare nella scuderia ufficiale al fianco di Andrea Dovizioso.
L’eredità che raccoglie è pesante: quella del 5 volte iridato Jorge Lorenzo, che, nonostante un inizio difficile e un andamento altalenante, ha regalato alla squadra di Borgo Panigale 3 vittorie nel 2018. Trovare la prima vittoria in carriera e la continuità che finora gli è mancata sarà il compito di Danilone. L’accrescitivo non è casuale, se è vero che il ternano ha un peso di una decina di kili superiore a quella del maiorchino (complice anche l’altezza: 1,80 contro l’1,73 di Lorenzo). Questo fattore, unito ad uno stile di guida particolarmente aggressivo, ha creato qualche problema quest’anno a Petrux negli ultimi giri di gara: spesso la gomma posteriore lo ha abbandonato prematuramente, non consentendogli di essere veloce come nelle prime tornate.
Su questo ha lavorato nei 43 giri totalizzati oggi, cercando di migliorare soprattutto l’erogazione del gas in uscita di curva, come chiarito dal team manager Ducati, Davide Tardozzi: «Danilo ha capito che è arrivato ad un limite e deve modificare qualcosa nel suo stile di guida, per diminuire le problematiche che lo hanno frenato nella seconda parte della stagione e che sono state analizzate da alcuni ingegneri Ducati» ha dichiarato, aggiungendo «Va forte con le gomme nuove, ma deve migliorare i giri in gara, aspetto su cui ci concentreremo durante l’inverno. Non è solo il peso, ma l’aggressività che mette nella prima apertura di gas ad essere distruttiva per la gomma. Quando raggiungi certe temperature non calano più».
Petrux ha utilizzato in mattinata la Desmosedici versione 2018 (firmando il tempo più veloce di tutti), e nel pomeriggio è passato ad una evoluzione in previsione del 2019, ottenendo l’8° tempo finale. Un crono che non è affatto male, se pensiamo che il più esperto (e blasonato) compagno, Andrea Dovizioso (4°) è stato più rapido di appena 3 decimi. In testa ha brillato Maverick Viñales (Yamaha), che ha preceduto il campione in carica Marc Marquez (2° su Honda) e il compagno Valentino Rossi (3°). I problemi Yamaha comunque non sono ancora risolti, e ci vorrà plausibilmente ancora molto lavoro prima di tornare stabilmente al vertice. Ottimo avvio anche per i due italiani campioni del mondo di Moto 2: Franco Morbidelli (iridato nel 2017) ha finito 6° con la sua Yamaha del team Petronas; Francesco Bagnaia (che si è aggiudicato il campionato di mezzo nella stagione 2018), debuttante sulla Ducati Pramac, è 11°. Ancora cauto Jorge Lorenzo, 18° alla sua prima uscita con la Honda.
«Sono soddisfatto della nuova moto, che ha molto margine» ha dichiarato al termine della giornata Danilo Petrucci, al quale è stato inevitabilmente chiesto un paragone con il passato: «Rispetto alla Ducati con cui ho appena chiuso il mondiale ci sono delle differenze sulla stabilità e in uscita di curva, ma sono piccole» ha risposto lui, ammettendo «Su un circuito come quello di Valencia bisogna essere precisi e questa moto mi aiuta, ma devo lavorare sul problema cronico che ho di scaldare la gomma». Vedendolo con la nuova livrea, rossa come il fuoco dell’entusiasmo che ha negli occhi, non ci resta che augurargli di togliersi (e toglierci) ancora tante soddisfazioni.
(Giulio Sacco)