“Dobbiamo riscontrare per l’ennesima volta un taglio indiscriminato di alberi che conferma il metodo della motosega adottato dall’amministrazione comunale; una politica scellerata che, oltre ad offendere il creato, mette a repentaglio il diritto fondamentale alla salute dei cittadini.”
E’ la denuncia di alcune associazioni ambientaliste (Verdi ambiente e società, WWF ,Italia Nostra, Garden Club, Federazione provinciale dei Verdi). “Il che – sostengono ancora le associazioni ambientaliste – va ad aggiungersi agli oltre mille alberi abbattuti negli ultimi tre anni con motivazioni ripetitive, risolute e troppo spesso discutibili. Sembra una macabra commedia in cui la vittima è continuamente il patrimonio arboreo dei cittadini.”
E’ lo stesso Comune di Terni a riconoscere che negli anni 2014-2015 sono stati abbattuti circa 600 alberi ritenuti tutti “pericolosi per la pubblica incolumità” annunciando anche che altri ne sarebbero stati abbattuti lungo la linea ferrata Terni-Sulmona (cosa che si è verificata). E’ stato abbattuto anche un albero sul quale vi era un nido.
Le associazioni ambientaliste hanno cercato un rapporto di collaborazione con l’assessorato ai Lavori Pubblici “senza però ottenere un riscontro in merito”. Avrebbero voluto sottoscrivere un protocollo di intesa, sapere “delle nuove piante, il luogo di piantumazione, la tipologia e il piano di irrigazione e manutenzione lasciando che queste siano poi messe in grado di collaborare per il bene comune in linea con i propri principi”.
Di conseguenza la maggioranza delle stesse ha inteso depositare due esposti alla Procura della Repubblica di Terni e alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Perugia “nella convinzione che, il taglio incondizionato del patrimonio arboreo pubblico di un determinato territorio equivalga ad un attacco ai valori di civiltà che esso porta con sé e al danno fisico e morale della collettività che trae da esso beneficio.”
ll Comitato ribadisce con chiarezza che “verde pubblico, specie urbano, significa anche manutenzione ovvero la grande assente di Terni (si pensi alle centinaia di piante rare che abbiamo perso l’estate scorsa per mancanza d’acqua). Ciò che chiediamo unitariamente e con forza quindi è l’assoluta trasparenza informativa in materia ambientale ; la stesura immediata di un «Regolamento del verde pubblico»; l’ingaggio di un agronomo professionista non condizionato dalla proprietà né dalla ditta appaltatrice (con funzioni di controllo in corso d’opera); il deceppamento degli alberi già tagliati in modo da eliminare il macabro effetto di ‘foresta fossile’; l’avvio di un progetto serio – condiviso da tutti i soggetti coinvolti e non deciso unilateralmente a tavolino – delle nuove piantumazioni, in modo da garantire il sacrosanto diritto democratico di partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica; arginare al massimo il rischio di abbattimento di altri alberi protetti secondo quanto prevede l’“Elenco degli alberi di rilevante e peculiare interesse dell’Umbria”.
“Chiediamo altresì – concludono gli ambientalisti – che venga rispettato l’obbligo di piantare un albero per ogni neonato e bambino adottato (legge n. 113/1992, modificata con la 10/2013) – a tale proposito l’assessore Bucari informi la cittadinanza sull’effettivo rispetto di tale normativa – ed infine che le verifiche sugli alberi interessati all’abbattimento siano eseguite da personale dotato di comprovate qualifiche e di appositi strumenti scientifici e che il taglio rappresenti l’extrema ratio di un processo ragionato e condiviso.”