Il primo passo l’ha fatto il vescovo Giuseppe Piemontese costituitosi parte civile nella vicenda del Castello di San Girolamo. E siccome la Diocesi si sente parte lesa vorrebbe anche due milioni e mezzo di euro di risarcimento semmai vi saranno dei responsabili alla fine del processo.
Il Comune di Narni però prende, inspiegabilmente tempo, rimanendo alla finestra, eppure avrebbe di che preoccuparsi in quanto c’è anche la possibilità che, addirittura, il Castello torni nella sua disponibilità, con la conseguente restituzione dei soldi incassati, quel milione e settecentomila euro, che segnerebbe il probabile dissesto finanziario dell’ente. Ne parla il gruppo di “Tutti per Narni”, che per bocca del suo leader Gianni Daniele, dice: “E’ uno scenario nuovo e preoccupante soprattutto per le possibili conseguenze negative in primis di natura economica per il nostro Comune e di riflesso per i cittadini in quanto se la richiesta venisse accolta e il Comune dovesse restituire la somma incassata per la vendita ciò provocherebbe un dissesto finanziario. Chiediamo pertanto che il Consiglio comunale si esprima in ordine alla costituzione parte civile anche del Comune di Narni a tutela degli interessi di tutta la comunità”.
Insomma, l’iter processuale è ancora agli inizi e non si sa bene quando e come finisca, ma di sicuro si sa chi ha perso: lo storico stabile, sempre più decadente e soprattutto la città di Narni che ha un bene sotto sequestro del quale non sa nemmeno se è proprietario o meno.