Ecco il pensiero della ideatrice, insieme ad altre, Esther Basile dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli
“Non possiamo che ritenere il Festival Alchimie e linguaggi di donne una scommessa culturale vinta per la nostra città, dato che si ripete con grande successo e prestigiosi ospiti da ormai 12 anni”, afferma con soddisfazione l’assessore alla cultura del comune di Narni Lorenzo Lucarelli “ e ciò anche e soprattutto grazie alla Filosofa ideatrice ed organizzatrice Esher Basile, e all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli con cui si è instaurata negli anni una preziosa collaborazione”
“In tutte le epoche vi sono state personalità femminili che, prescindendo dalla relazione degli opposti, hanno vissuto e rappresentato il mondo secondo una prospettiva del tutto personale, il cui punto di partenza è la propria esistenza. Donne che invece di negare, rifiutare o escludere il corpo lo hanno rivalorizzato, amato e rispettato. Molte di esse sono rimaste nell’ombra dell’anonimato, lontano dalla società e nell’ utilizzare la parola hanno percepito una nuova verità non solo individuale, ma anche sociale. Di questo ci siamo occupate in questi anni e vogliamo continuare a farlo dalla città di Narni, aprendoci a tante esperienze italiane ed internazionali” così la filosofa Esther Basile, creatrice del Festival, co-ideatrici Roberta Isidori e Rosy Rubulotta che da anni sperimentano l’essere costantemente impegnate nel progetto.
Insomma, un Festival intitolato quest’anno Officina di Parole, in cui si intende affermare il valore dello stare insieme per una scrittura libera e necessaria, con circa 50 studiose a confronto.
Si colgono nel Festival le tensioni e le incertezze del particolare momento storico in cui stiamo vivendo, facendo intravvedere la necessità di modificare la visione del futuro, di offrire una speranza, un orizzonte d’attesa.
Avvalendosi dell’ironia e di figure femminili fittizie che ricorrono alla memoria, al viaggio dentro e fuori di sé, all’esplorazione del proprio corpo e dei sentimenti più celati, le autrici si presentano come portavoce di un clima di profondo disagio sociale. L’unanime coro di protesta e di ribellione si libra alto e chiaro per essere recepito da qualsiasi latitudine e da qualsiasi persona.
Tutte le protagoniste sono portavoce di una sensibilità inconsueta, di un insperato cambiamento all’insegna del rispetto individuale, della propria diversità, del diritto di essere artefici del proprio destino. Uscendo dall’isolamento, esse prendono la parola non solo per costruirsi un’immagine quanto più reale possibile, per dimostrare capacità autonome e creative, per soddisfare l’urgente necessità di sopravvivenza, ma soprattutto per abbattere falsi concetti sfidando una società che continua a considerarle in una posizione subalterna e marginale. In questo senso il tempo della narrazione, acquisisce caratteristiche spaziali, esprimendo una visione del mondo anche sociale.
Donne, a cui se ne aggiungono altre in tutta Europa, che hanno deciso di raccontarsi in termini originali, come fanno da 12 anni a Narni in un dialogo fitto e proficuo.
Esse sono riuscite a nominare il mondo cercando dentro di sé, nel loro volere essere al femminile, i criteri della dicibilità. In fondo è questa l’unica soluzione possibile, in quanto per trovare l’equilibrio psico-fisico, lo spazio vitale all’interno di un ordine simbolico ben costituito, è necessario attuare una ricerca personale di senso, ricongiungendo ciò che è stato diviso: cultura e natura, ragione e vita, aggiunge Esther Basile.
Il punto di forza del programma di quest’anno è il discorso sull’Europa, la ripresa della figura di Elsa Morante, di Giuliana Zagra, di Amelia Rosselli, raccontata dal grande poeta Elio Pecora, di Heinrich Kleist con le studiose Gambino e Pulvirenti, di Marisa Fenoglio con lo studioso Pasquale Gallo: Ma si parlerà anche del ’68 e di femminismi, attraverso la mostra fotografica di Luisa Festa, insieme a scrittrici coinvolte in una coralità straordinaria con proposte vivissime.
Non mancheranno spazi artistici con le attrici Anna Maria Ackermann e Milena Vukotic, con la loro straordinaria capacità di dare sapienza e grazia alla parola, accompagnate dal Maestro Nicola Rando al sax.
Vorremmo anche citare un originale discorso sul Tema della Bontà con l’On Vittoria Franco da Firenze, il tema del Giappone con foto a cura di Maria Ester Mastrogiovanni, lo scrittore Zaccaria Gallo, le scrittrici e saggiste Gea Palumbo, Gioconda Marinelli, Rosi Selo, Chiara Tortorelli. Molto interessante l’intervento di Anna Copertino con un libro sulle Mafie, ma anche Maria Antonietta Selvaggio, Domenico Canciani e tante altre proposte.
Sarà presente anche quest’anno il Gruppo di poetesse LA TENDA BERBERA con la conduzione di Rita Felerico, che condurranno una performance e le Registe Silvia De Gennaro e Grazia Morace. Ancora una volta avremo il piacere di avere le foto di Maria Rosaria Rubulotta .