La “selva” di Dante questa volta non è oscura ma profumata e senza pericoli, senza fiumi perigliosi da attraversare. Ed allora è il Vicolo Belvedere di Narni, l’associazione, che insieme al Comune, lo ha rimesso a nuovo, a prestarsi, a fare palcoscenico in questi mesi, per un riconoscimento unico e non scontato nella ricorrenza dei Settecento anni dalla sua morte. La ricerca storica e letteraria nella Commedia, quindi, è stata approfondita, per vedere quali fossero stati i fiori che il Poeta aveva ricordato nella sua magistrale opera. Si è scoperto che almeno una decina di essi sono presenti nella coltivazione del vicolo Belvedere. Il passo successivo è stata la realizzazione di schede didascaliche per far capire la bellezza dei fiori e la grande leggerezza del Poeta nel ricordarli. “Un piccolo omaggio a Dante – spiega Samuele Bussoletti, il presidente dell’associazione – piccolo ma sentito per esaltare i due piani, quello letterario insieme a quello floreale, che in questo pezzo di città vanno a braccetto”. C’è pure da dire che nel maggio, tutte le essenze sono in fiore e quindi la suggestione è davvero sublime. Un esempio? La margherita a grappolo, avvicinata da un bel cartello con un passo del Paradiso che ne esalta la sua bellezza eterna, ma poi, il mirto, l’alloro, il melograno, una mostra da vedere e da “odorare”. Ovviamente l’ingresso è gratuito