Sorpresa: il tessuto economico narnese del commercio, delle accoglienze e della ristorazione ha bellamente tenuto. Anzi a sorpresa, ha dimostrato che Narni, centro storico e sue frazioni, possiede una grande vitalità anche in considerazione della terribile pandemia. I dati rilasciati dal Comune dimostrano Narni una città sempre più turistica, con numeri che in tanti nemmeno pensavano possibili.
Marco Mercuri, assessore al commercio, si rigira i fogli delle rilevazioni statistiche e commenta con piacere che Narni fa forza su otto alberghi, convenzionalmente intesi, ma anche su sessantacinque strutture diverse, come B&B, agriturismo, locande ed altro. Tra l’altro c’è sempre più una emersione dal “nero” di attività che avevano iniziato per “provare” e che ora sono coinvolte nella spinta turistica narnese. Mercuri spiega che a fronte di tre chiusure di attività extralberghiere, una nel centro storico e due in periferia, ne sono state aperte ben sette nel territorio intorno a Narni ed una nel centro. Quello che conta è il riempimento delle strutture che si avvicinano sempre a più a livello ottimali. Quanti sono, insomma i posti letto a disposizione di chi voglia venire a Narni? Un conto abbastanza veritiero anche se con qualche approssimazione, parla di mille posti letto, sufficienti a dare ospitalità ad un reggimento.
In definitiva Narni è una città turistica? ” Mah, è una grossa parola: difficile dire quando un centro abitato diventa tale. Stiamo facendo del tutto perché Narni sia veicolata in maniera adeguata: nessuno però può disconoscere i risultati importanti: in qualche giorno specie nei weekend, il centro storico è sì, un centro turistico. E lo stesso vale per le Gole del Nera. C’è da fare tanto ma nessuno deve dimenticare da dove siamo partiti”.
E i bar? Sono ottanta e si è visto che gli esercizi aperti erano aumentati di una unità, anche questo segno di una buona vitalità, che ha superato a piè pari anche il virus.
Marco Mercuri sottolinea pure che i negozi di vario genere sono a Narni ben trecentoventidue: anche in questo caso, può sembrare strano a chi dice che il commercio e la città sono “finite”, i numeri spiegano che sono aumentati coloro che hanno inteso aprire attività in proprio. Alla fine dei conti si può sostanzialmente dire che gli occupati, come proprietari o dipendenti nel settore del commercio, arrivano a duemila unità, quanto una fabbrica di medie dimensioni.
“Sostanzialmente il commercio ha tenuto – dice Mercuri – perché siamo andati incontro, noi dell’assessorato al commercio, alle esigenze di tanti proprietari che avevano scommesso per attività in proprio. Ci siamo messi dietro alle spalle un periodo terribile? Speriamo davvero di sì ma l’aver constatato che i commercianti a Narni non sono fuggiti ma anzi hanno anche aumentato di qualche unità la loro presenza, ci ha fatto molto piacere, segno che si può guardare avanti con molta fiducia”.
L’assessore non dimentica che questi buoni risultati sono venuti anche in assenza di associazioni di categoria, tranne Confcommercio, che non hanno quindi aiutato a sviluppare il commercio, associazioni che a Narni hanno sempre avuto una vita molto stentata.