Hanno già preso possesso del Minareto di Narni: le suore Consolatrici del Sacro Cuore sciamano all’interno del grande complesso che si trova in via dei Cappuccini Nuovi e lo vogliono acquistare per il costo previsto di un milione e centomila euro, una cifra che loro al momento non posseggono ed hanno chiesto aiuto alla comunità e soprattutto alla Divina Provvidenza.
La prima cosa che hanno fatto è stato ridipingere l’insegna con i loro simboli, a cominciare da San Giuseppe ed il Bambino, compito che è spettato a due consorelle, una americana, l’altra francese, dalla mano esperta, che si sono messe al lavoro immediatamente, incuranti del sole.
Ma chi sono in realtà quelle religiose? Seguaci di monsignor Marcel Lefebvre, hanno fatto della tradizione la loro linea da seguire. E non a caso nella chiesa della casa di Vigne che stanno per abbandonare, la messa si dice rigorosamente in latino (“E’ la vera lingua della Chiesa” spiega una delle due pittrici), nel rito “tridentino”. Hanno abbandonato l’improprio pulmino Fiat 850 che hanno guidato dappertutto con qualche incertezza. Ora si sono evolute ed hanno a disposizione un paio di furgonati Volkswagen, tutta un’altra cosa. Fanno parte della Fraternità sacerdotale san Pio Decimo. Non mancano di una pagina internettiana nella quale viene specificato quelli che sono i compiti delle suore: la giornata si svolge tra preghiera, studio e lavoro. Si occupano di gestire Cappella, casa e giardino; di formare Novizie e Postulanti; di praticare cucito, ricamo e pittura; insegnano il catechismo ai bambini; si prendono cura delle persone anziane nella loro casa di riposo e visitano le persone bisognose del paese.
E loro hanno fatto proprio così a Vigne di Narni dove sono state presenti per quasi mezzo secolo, accogliendo nei loro stabili, sì qualche sacerdote anziano, ma soprattutto le persone della frazione.
Ma quello era un posto piccolo. E così… “Dopo innumerevoli preghiere e lunghe ricerche, San Giuseppe ha fatto una grandissima grazia facendo trovare un ex-Convento di Cappuccini (costruito nel 1600), con 30 camere e 5 ettari di terreno recintati, a 40 minuti da Vigne, con struttura ottima, restaurata nel 2000. Purtroppo non essendo occupato da cinque anni, il convento ha subito degli atti teppistici: grondaie e canale strappate e rubate, quadri elettrici e idraulici danneggiati, vetri rotti, ecc. Il costo proposto di 1.150.000 € è inaccessibile per la Comunità che vive abbandonata unicamente alla Divina Provvidenza”.
Per ora sono entrate e tra qualche giorno inizieranno anche il trasferimento delle persone che accolgono a Vigne.