Il clima si era guastato da tempo: tra il Comune e la Prociv, il gruppo storico della Protezione Civile narnese, non corre più buon sangue, come una volta. Colpa dei contributi, colpa del covid. Di sicuro colpa della volontà del Comune di “azzoppare” la Prociv e costituire un gruppo autonomo, quello comunale, intestato al bravissimo ed indimenticabile Claudio Baroni.
La decisione di raddoppiare i gruppi, più che dalla parte politica, era voluta dalla gerarchia comunale, che poteva mantenere uno stretto controllo su quelle attività, perché non c’era bisogno di dover mediare con la Prociv, che chiede sempre qualcosa per migliorare il proprio servizio. Tutti gli attori in causa, il Comune e i due gruppi, la Provic e quello Claudio Baroni, fanno la parte in commedia e mantengono formalmente ottimi rapporti uno con l’altro. Dietro, però, c’è una sorta di guerra sorda. Intanto la Prociv lamenta, e l’ha anche ripreso la minoranza con Sergio Bruschini, la mancanza di contributi nell’ordine dei diecimila euro. Ora che i volontari debbano pagarsi anche la benzina per un servizio che fanno in maniera assolutamente gratuita non sarebbe nemmeno da considerare: tra le associazioni quei volontari dovrebbero essere i primi in quanto da oltre quaranta anni sono stati i paladini della sicurezza nelle manifestazioni ed anche nell’inculcare l’idea di una attenzione nei cittadini narnesi.
Di contro c’è il gruppo comunale che è composto da dipendenti del Comune di Narni e che hanno poco da protestare: potrebbero anche prendere il posto della Prociv, ma sono pochi, e non motivati come i loro colleghi. Il gruppo costruito da Franco Ricci e Giorgio Maurini invece è pervaso da grande volontà: non ultimo un loro drappello è riuscito anche a scongiurare un suicidio sul Ponte d’Augusto. Sarebbe impossibile pensare di organizzare qualsiasi manifestazione di carattere culturale oppure ludico-sportivo senza la confortante presenza della Prociv.
Rimane allora la necessità di mettere chiarezza nella questione: forse un solo gruppo di Protezione Civile basta. Forse avanza pure. Che potrebbe essere, beninteso anche quello comunale, come aspirerebbero a Palazzo dei Priori, basta la chiarezza. Di sicuro sarebbe da dare delle disposizioni, che non siano in contrasto anche nell’organizzazione generale per evitare delle querelle inutili, che potrebbero anche sfociare in un abbassamento del livello di protezione del territorio e dei cittadini che lo abitano.