La città custodisce due preziosissimi brandelli di storia, fino a pochi anni fa completamente sconosciuti, Narni Sotterranea e l’acquedotto romano Formina, entrambi riscoperti nel 1979 dal Gruppo Speleologico Utec e poi valorizzati da coloro che si sono impegnati fino ad oggi.
Proprio quest’ultimo gioiello di ingegneria romana, lungo ben 13 chilometri, per duemila anni, quasi ininterrottamente, ha dissetato gli abitanti della città, per poi essere abbandonato e dimenticato dopo il secondo conflitto mondiale.
Di recente il Comune ha riattivato il sentiero che permette di giungere dalle mura castellane, in prossimità della chiesa di S. Margherita, fino alle sorgenti, alle pendici della collina dove sorge il paese di S. Urbano. Un percorso per escursionisti che vogliono vivere un’esperienza unica, camminando sopra le antiche vestigia dell’acquedotto, ammirando i ponti (ce ne sono ben 4), gli ingressi, le strutture, immersi nel paesaggio umbro, che accompagna il turista verso il Sacro Speco di S. Francesco.
I segreti di questa eccezionale opera idraulica sono stati ora svelati in una pregevole pubblicazione a cura dell’editore Ciabochi di Fabriano, che verrà presentata al pubblico domani sabato 27 novembre 2021 alle ore 17,30, presso la ex chiesa di S. Domenico. Il volume “La memoria dell’acqua. L’acquedotto Formina della Narnia romana” è un pregevole libro archeologico fotografico realizzato grazie alla collaborazione di quattro autori: Giada Bagnetti per la parte geologica, Mauro Montini per il consistente apparato fotografico, Annamaria Loretani e Roberto Nini per la parte storico-archeologica, tutti accomunati dalla passione per la speleologia.