Vince Luca Paterni di Fraporta la Corsa Storica di Narni dopo un barrage con Ernesto Santirosi di Mezule in una edizione avvincente alla quale hanno partecipato cavalieri di grande valore insieme a debuttanti, come Francesco Matticari, il quale si unisce al fratello Jacopo, che l’anno scorso aveva già corso in Piazza dei Priori e va ad ingrossare le fila delle nuove leve dei cavalieri di Santa Maria.
La giornata del Patrono San Giovenale si è così svolta sui due pilastri soliti, la Corsa Storica, appunto, e la funzione religiosa. In chiesa, nella Cattedrale c’è stato un affollamento mai visto, nemmeno per altre funzioni religiose, almeno non negli ultimi vent’anni. C’è chi ha contato tutti i presenti nella cattedrale di Narni durante la cerimonia in onore di San Giovenale, uno ad uno, compresi quelli che stavano in abside: seicento tra fedeli, costumanti, canterini, carabinieri ed altre forze dell’ordine.
Alla celebrazione nella concattedrale di Narni erano presenti il sindaco di Narni Lorenzo Lucarelli, che ha donato l’olio e acceso la lampada davanti al busto di San Giovenale e recitato la preghiera al santo patrono, la presidente della provincia di Terni Laura Pernazza, il prefetto di Terni Giovanni Bruno, il questore di Terni Bruno Failla, la consigliera regionale Eleonora Pace, autorità civili e militari, i rappresentanti delle parrocchie del narnese che hanno offerto i ceri, i rappresentanti dei Terziari Fraporta, Mezule e Santa Maria e del corteo storico della Corsa all’anello, i cavalieri e dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme e tanti fedeli narnesi. Hanno concelebrato il parroco della Concattedrale di Narni don Sergio Rossini, il vicario generale della diocesi mons. Salvatore Ferdinandi, il vicario foraneo di Narni don Angelo D’Andrea, i canonici del capitolo della Concattedrale di Narni, i sacerdoti della vicaria di Narni.
Il tutto davanti al Vescovo mons. Francesco Antonio Soddu che sarà rimasto impressionato da tanta partecipazione. Ma quello che ha colpito è stato il silenzio, nonostante la presenza di tanti bambini. Era il primo ritorno dopo le restrizioni per il covid e il “popolo” di Narni, evidentemente, aveva il piacere di assistere a una celebrazione religiosa complessa, cantata e piena di simbolismi.