Se nel primo semestre 2019 le imprese fallite furono 5.380, nello stesso semestre di quest’anno le chiusure sono state solo 4.667. Questi i confortanti dati Unioncamere-InfoCamere tratti dal Registro delle Imprese delle Camere di Commercio.
Lo scorso anno i fallimenti furono solo 2.924, un dato tuttavia fortemente segnato dai lockdown e soprattutto dal prolungato stop alle attività dei tribunali.
“La situazione nella nostra regione – ha osservato il presidente dell’ente camerale umbro Giorgio Mencaroni – è abbastanza buona per quanto attiene alla percentuale di fallimenti con solo 87 imprese costrette a chiudere questo semestre contro le 107 del primo semestre 2019, ovvero il 18,7% in meno. Lo scorso semestre si sono registrati solo 47 fallimenti. Insomma, nonostante la crisi e le mille difficoltà imposte dalla pandemia, il tessuto imprenditoriale regionale ha retto il colpo.”
Diverso il discorso per il tasso di fallimento che fotografa il numero di imprese fallite per 1000 registrate.
“In questo caso – ha evidenziato Mencaroni – la situazione umbra non è ottimale perché dopo la Lombardia che guida questa spiacevole classifica con un 1,01%, il Lazio e il Molise appaiati con un 0,97% c’è proprio l’Umbria con un pesante 0,92%.
Ovviamente questi dati possono anche essere letti come indicatori di una diversa e più spiccata propensione al rischio e quindi come indici di un contesto maggiormente aperto al rischio d’impresa.”
In Umbria le maggiori difficoltà si riscontrano nei settori dei trasporti/spedizioni, del commercio, delle costruzioni e del turismo. Tengono bene agricoltura e assicurazioni.