Anche quest’anno Legambiente Umbria ha realizzato il rapporto Ecosistema Urbano Umbria esaminando sei principali componenti ambientali presenti in una città: aria, acque, rifiuti, mobilità, suolo ed energia. Le città oggetto del rapporto, oltre ai due capoluoghi Perugia e Terni, sono i 13 Comuni più grandi della Regione, quelli con una popolazione superiore ai 15 mila abitanti (Orvieto, Narni, Foligno, Città di Castello, Spoleto, Gubbio, Assisi, Bastia Umbra, Corciano, Marsciano, Umbertide, Todi e Castiglione del Lago). Il rapporto è stato presentato nella sede di Arpa a Terni. L’insieme degli indicatori fornisce una fotografia dove le città umbre non migliorano abbastanza e abbastanza velocemente le loro performance ambientali. Continua la diminuzione della popolazione, ci sono sempre più auto in circolazione e aumentano anche gli incidenti, il consumo di suolo continua a crescere in maniera significativa, ci sono perdite lungo la rete idrica. In pratica pochi passi avanti nella transizione energetica alle rinnovabili e le emergenze urbane evidenziate negli anni precedenti rimangono le medesime riflettendo un sostanziale immobilismo nelle politiche improntate alla sostenibilità. Sono davvero poche le performance che migliorano e che, quindi, non incidono in modo significativo sul quadro generale. “Terni, che conquista un posto in graduatoria, mantiene criticità notevoli sul tema della qualità dell’aria – spiega il presidente di Legambiente Umbria Maurizio Zara – anche se migliorano leggermente, il consumo di suolo è cresciuto non perché si costruiscono nuove residenze, dal momento che diminuisce la popolazione, ma aumentano le aree commerciali costruite in aree periferiche che devono essere raggiunte con l’automobile, gli incidenti stradali sono cresciuti. Terni va bene nella gestione dei rifiuti dove la percentuale di raccolta differenziata resta elevata e sulla quantità di fonti di energia rinnovabili presenti nel territorio”. “La terza edizione umbra del report – sottolinea Mirko Laurenti, dell’Ufficio Scientifico nazionale Legambiente e curatore del rapporto nazionale Ecosistema Urbano – può dare un importante contributo alle città e alle amministrazioni locali per informare sullo stato dell’arte delle principali matrici ambientali analizzate e per sollecitare e accelerare quei percorsi virtuosi da intraprendere nel cammino della transizione ecologica. Le città devono essere protagoniste di una nuova ripartenza capace di ripensare l’organizzazione, la forma e le funzioni dei quartieri, il modo con cui le persone si muovono nei centri urbani, garantendo insediamenti multifunzionali e inclusivi”.