In merito alle dichiarazioni del consigliere comunale di Narni della Lega, Gianni Daniele, riferite all’area industriale di proprietà Italeaf in località Nera Montoro nel Comune di Narni , l’azienda ha replicato con un circostanziato comunicato stampa.
“L’area industriale è stata acquisita nel 2010 dal Gruppo Italeaf (allora TERNI Research) dalla multinazionale norvegese Yara, che aveva deciso la chiusura e la totale dismissione delle precedenti attività. Il Gruppo si è fatto carico di riassorbire i dipendenti in esubero (15 rimasti in carico alla precedente proprietà), incrementando nel corso degli anni il numero degli occupati in funzione dei progetti industriali attivi nell’area, arrivando a un massimo di 230 occupati in varie produzioni. Ad oggi permangono attive nel sito circa 60 professionalità, impegnate in attività altamente qualificate tutte afferenti alle varie produzioni svolte all’interno del contesto industriale. Il rilancio della TerniEnergia Progetti Srl, controllata di algoWatt, inoltre, porterà a breve all’assunzione di nuove professionalità legate al recupero del business dello sviluppo e installazione di impianti di power generation fotovoltaico, comprese le nascenti comunità energetiche rinnovabili, a conferma della strategicità dell’area industriale per i progetti di sviluppo del Gruppo.
Si ricorda che Italeaf ha rilevato l’area, classificata al più elevato livello rischio di pericolosità industriale, garantendone la messa in sicurezza grazie a propri investimenti realizzati senza l’ausilio di contributi pubblici. Tali rischi, pertanto, non solo sono stati gestiti, ma attraverso le attività di bonifica dei suoli e di messa in sicurezza ambientale (che hanno previsto interventi oggetto di pianificazione regionale), sono stati praticamente azzerati, consentendo il pieno recupero di un’area produttiva altrimenti destinata all’abbandono. La gestione dell’impianto di bonifica delle acque di falda, in capo a Purify Srl, prosegue quotidianamente, attraverso una barriera formata da 48 pozzi per l’emungimento dell’acqua sottoposta a trattamento e un sistema di monitoraggio composto da 95 piezometri per una capacità complessiva di 438.000 mc/anno di materiale trattato, contribuendo alla salvaguardia ambientale dell’alveo del fiume Nera e alla risoluzione dei rischi di inquinamento di acque e suoli. Italeaf, inoltre, offre servizi strategici a numerose aziende, anche multinazionali, attive nelle aree produttive della zona, facendosi anche carico di sostenere iniziative sociali e associative, insieme alle altre imprese localizzate nel sito industriale.
Non vi è alcuna relazione con ENI, né tantomeno esistono ipotetiche “condizioni di riutilizzo” poste alla base dell’acquisizione (avvenuta come sopra indicato da una multinazionale straniera), che peraltro sarebbero state ampiamente soddisfatte, ospitando l’area industriale impianti industriali di ben sei società operative attive nei settori dell’economia circolare, della produzione e stoccaggio di energia, del recupero di energia e materia da risorse marginali (con investimenti annuali nell’ordine di circa 500mila euro), di recupero di materia prima secondaria da PFU (non “distruzione di pneumatici” come erroneamente affermato), di testing per il settore aerospaziale, di produzione di polveri metalliche per la manifattura additiva (impianto tra i primi realizzati in Italia), di bonifica e trattamento delle acque e dei rifiuti liquidi. Si evidenzia come, dall’acquisizione del sito, il Gruppo abbia investito nell’area industriale ingenti capitali (nell’ordine di circa 30 milioni di euro totali) per la bonifica dei suoli e delle acque di falda, la realizzazione di nuovi impianti industriali, l’efficientamento energetico del sito, la riqualificazione di capannoni e aree produttive. Si rileva, inoltre, come insistano nell’area industriale di Nera Montoro ben altre emergenze industriali e ambientali, irrisolte ormai da decenni, sulle quali sarebbe auspicabile un’attenzione almeno pari a quella dedicata all’ex TIC (Terni Industrie Chimiche, ndr) , all’interno della quale il Gruppo Italeaf sta garantendo da oltre un decennio la prosecuzione delle attività produttive.
Il progetto di rigenerare l’area produttiva, un tempo vocata alla produzione chimica di base, in un parco eco-industriale con le caratteristiche della “simbiosi produttiva”, attraendo anche società e investitori esogeni, si circostanzia – allo stato attuale – nella presenza produttiva nel sito del Gruppo Italeaf e di quattro sue società controllate, nonché di altre cinque aziende private operanti in settori altamente competitivi e centrali nel processo di transizione ecologica che interessa anche il nostro territorio e che vanno dal recupero di materia ed energia (anche a servizio della gestione pubblica del ciclo dei rifiuti, evitando il consumo di suolo e il conferimento in discarica) al testing aerospaziale con simulatori avanzati per la ricerca e l’industria, dalla produzione metallurgica innovativa al trattamento di rifiuti liquidi allo storage energetico e alla produzione di energia rinnovabile fino al recupero di metalli pregiati da residui di lavorazione. Ogni anno entrano nell’area industriale oltre 50mila tonnellate di materiale (in massima parte rifiuto) con una conversione in materia prima secondaria, che prevede l’immissione di alcune decine di tonnellate di materia nella filiera del riciclo di materia, con un forte impatto anche sull’indotto.
L’area industriale – si legge ancora nella replica di Italeaf – come più volte comunicato con trasparenza al mercato, è oggetto di un processo di pianificazione della ristrutturazione del Gruppo, che passa attraverso il rilancio delle attività industriali, il recupero della solidità finanziaria e la valorizzazione delle proprietà immobiliari di Italeaf.
Stupiscono, pertanto, le imprecisioni, le informazioni fuorvianti che il consigliere comunale ha diffuso agli organi di informazione, anche in ragione del fatto che – nel corso di oltre un decennio, durante il quale è stata mantenuta e innovata la vocazione e la vitalità industriale dell’area – è stata continua e proficua l’interlocuzione da parte del Gruppo con le istituzioni locali e gli organismi di controllo. In più occasioni, Italeaf e le sue società controllate, hanno partecipato ad incontri pubblici che hanno coinvolto rappresentanti delle amministrazioni locali, nonché consiglieri di opposizione, ai quali è stata fornita puntuale informativa sull’evoluzione delle attività e sulla situazione della stessa area industriale.
Italeaf resta, dunque, disponibile – come ha sempre fatto – al mantenimento di sincere e proficue relazioni con il territorio e con i suoi rappresentanti, nel rispetto dei reciproci ruoli e della rispettiva autonomia. In questo quadro di correttezza e di responsabilità, l’azienda conferma la propria disponibilità a informare direttamente e correttamente tutti gli stakeholders sui processi evolutivi delle sue attività, evitando che questi possano essere utilizzati o strumentalizzati per campagne speculative, operazioni interessate o per finalità poco trasparenti”.