“La struttura complessa di onco-ematologia dell’ospedale di Terni è diretta dalla fine del 2008 dalla professoressa Anna Liberati. L’attività assistenziale che risulta dai report della direzione ospedaliera riguarda, per il 99%, pazienti trattati in regime ambulatoriale. Nel 2010 i ricoveri certificati si sono verificati per 10 casi; nel 2014 i casi sono stati 6 e nel 2015 i casi sono stati 5 . Appare dunque evidente che si tratta di numeri, anche quelli attesi, che evidenziano come la richiesta di aumentare la dotazione da 4 a 8 posti letto non giustifica l’esigenza espressa.
La riorganizzazione assistenziale che l’azienda ospedaliera sta attuando prevede la creazione di un’area differenziale (intensità di cura) con l’area medica che sarà completamente concentrata al quinto piano dell’ospedale dove è prevista anche la degenza per pazienti oncologici e onco-ematologici. Per fare questo al direttore della struttura complessa di onco-ematologia verrà richiesto di predisporre in tempi rapidi protocolli clinici di ricovero da cui si potranno evincere i motivi per fare ricorso al ricovero ordinario, la tipologia del trattamento richiesto ed il setting assistenziale e programmatico. La direzione dell’azienda ospedaliera ha chiesto inoltre di progettare una ristrutturazione che faciliti l’accoglienza dei pazienti onco-ematiologici nella sede attuale, anche perché precedenti piani di ristrutturazione non sono stati attuati nel corso degli anni.
Rappresento infine le difficoltà tra la responsabile della struttura complessa in questione ed il direttore generale, con quest’ultimo che lamenta il fatto che la professoressa Liberati non si è mai presentata alla discussione del budget e alle riunioni dipartimentali”.
E’ la risposta che ha dato , in sede di question time, l’assessore regionale alla sanità, Luca Barberini, in merito alla situazione di onco-ematologia all’ospedale di Terni.
Barberini ha risposto a una interrogazione del consigliere di Fratelli d’Italia, Marco Squarta.