Non si fanno più figli. Questo è quanto emerge da un approfondimento dei servizi statistici del Comune di Terni.
La città , dunque, invecchia ed è destinata a vedere diminuito il numero dei residenti se non sarà compensato dal flusso migratorio.
“Il 2016 sarà ricordato a Terni come l’anno con il minor numero di nati dell’epoca recente: 697 nati, ben 50 in meno dell’anno precedente, che già aveva fatto registrare un valore tra i più bassi di sempre. Il calo è attribuibile principalmente alle nascite da coppie di genitori entrambi italiani. I nati da questa tipologia di coppia scendono costantemente ormai da oltre due decenni”.”Ciò avviene – evidenzia il rapporto dei Servizi statistici – fondamentalmente per due fattori: le donne ternane in età riproduttiva sono sempre meno numerose e mostrano una propensione decrescente ad avere figli. La crescente presenza di donne straniere, con maggiore fecondità, riesce ad arginare il problema solo parzialmente”.
“Rispetto al resto della nazione nella nostra città la situazione appare ancora più preoccupante, sia perché le ternane si accontentano di procreare in media un solo figlio, contro il dato nazionale pari a 1,26, sia perché le mamme straniere residenti a Terni, dimostrano una fecondità minore rispetto a quelle del resto della nazione”.”Ciò dipende dall’area di provenienza delle straniere che vivono nel nostro comune, principalmente europea, mentre in altre realtà è maggiore la presenza di cittadine provenienti dall’Africa, continente che ha sempre mostrato valori di fecondità ben più elevati.”
Se si considera il numero di donne che entrano nel periodo considerato fecondo (convenzionalmente fissato tra 15 e 49 anni), questo risulta di gran lunga inferiore a quello delle donne che ne stanno uscendo. Le generazioni più giovani sono sempre meno folte e scontano l’effetto del cosiddetto baby-bust, ovvero la fase di forte calo della fecondità del ventennio 1976 -1995.
Al contrario le donne che si stanno avviando a concludere l’attività riproduttiva sono le cosiddette baby-boomers (ovvero le donne nate tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta anni in cui si sono toccati i valori più alti di natalità e a Terni nascevano più del doppio dei bambini che nascono oggi. Alla bassa fecondità continua ad accompagnarsi la scelta di posticipare sempre più il momento in cui avere figli e l’età media al parto si attesta a 33 anni per le madri italiane e a 30 per le straniere, valori anche in questo caso superiori alla media nazionale (rispettivamente pari a 32,4 e 28,7 anni). La diminuzione costante delle nascite registrata nell’ultimo decennio, è da attribuire quasi interamente al calo dei nati all’interno del matrimonio. Diminuzione fortemente correlata al contemporaneo calo del numero di matrimoni celebrati.
A Terni dei nati nel 2016 soltanto il 58% è figlio di genitori sposati, dieci anni fa quasi l’80% dei bambini nasceva all’interno del matrimonio e nel 2000 soltanto il 5% dei nati aveva genitori non sposati. Un fenomeno particolarmente rilevante nella nostra città, se si considera che nel resto d’Italia ancora ben il 70% dei nati proviene da una coppia unita in matrimonio.