L’ha appena acquistata tramite la sua controllata Versalis, ma già l’Eni vorrebbe mettere la Novamont, con lo stabilimento ternano, leader mondiale della bioplastica, in una posizione defilata.
L’ente del Cane a sei zampe – come spiega Reuters – vorrebbe costruire una divisione ad hoc in modo che aziende come Novamont che guidano la transizione, non drenino risorse dal core business che è quello del petrolio e del gas.
Non sembra comunque che vi siano intenzioni di una liquidazione dal perimetro dell’Eni ma solo la cessione di quote fino a un 30% e forse anche la conduzione strategica.
Una delle ipotesi che vale sia per Novamont che per la “collega” Enilive, anch’essa proprietaria, tra l’altro, di bioraffinerie, è che possano essere quotate in Borsa nel prossimo futuro.