Una serata benefica ricchissima quella organizzata dal “Nucleo storico 1981” dei tifosi della Ternana che ha permesso di raccogliere la consistente cifra di 11 mila euro.
11 mila euro che saranno devoluti alla casa del bambino di Terni, struttura che accoglie famiglie e bambini soli.
“Le nostre scelte – spiega il presidente del Nucleo, Fabio Narciso – sono tese a svolgere un ruolo attivo e di riferimento per il territorio cittadino vista anche la natura del gruppo che con i suoi membri e molto radicato nel contesto sociale ed economico e la scelta della beneficenza anche questa volta ha privilegiato una struttura e soggetti ternani. È stato bello constatare sabato sera – aggiunge Narciso – quanto le persone hanno bisogno, seppur in mezzo a tante difficoltà e paure, di stare insieme e quanto la gente voglia, con gesti concreti, dimostrare solidarietà e donare un sorriso ai propri concittadini più svantaggiati. Il nostro interesse è portare avanti queste azioni di aggregazioni a fini benefici anche confrontandoci con le altre realtà che stanno facendo queste azioni, prima di tutto con Terni col cuore che rappresenta un felice esempio di collaborazione tra Club sportivo e solidarietà territoriale. Il nucleo ha già in cantiere altre serate ed iniziative, borse di studio e molto altro, perché vogliamo rappresentare un piccolo esempio di aggregazione solidale e benefica aperta alla città e da questa riconoscibile. Perché c’è sempre anche la Ternana? Perché rappresenta l’appartenenza ad un territorio, in un mondo in cui è difficile mettere radici e riconoscersi, la bandiera come ha tenuto unito il nostro gruppo può farlo con la città in un momento complesso.”
Sul derby in programma domenica Narciso afferma: “è molto sentito perché va oltre il valore sportivo anche se questo può non essere giusto ma gli accadimenti sociali ed economici, in una regione piccola che oltre alla crisi ha subito negli ultimi anni una centralizzazione delle risorse , della spesa pubblica dove l’università si dice regionale e poi a Terni città industriale non c’è nemmeno il dipartimento di ingegneria, fanno vivere un derby come un riscatto, una visione collettiva… meno sport, più sociologia, ma è la realtà.”