È nato a Terni “Nuovi Percorsi”, think tank ossia un serbatoio di pensiero tendenzialmente indipendente dalle forze politiche, al quale hanno aderito numerosi rappresentanti ternani, che intende sviluppare idee e confronti su un possibile “riposizionamento” della Città e la ricerca di temi di nuovo sviluppo in ragione dei grandi cambiamenti in atto nella società e nella economia effetti della globalizzazione e dell’innovazione continua. Una discussione e riflessione che avverrà attraverso una serie di incontri a cadenza mensile sino alla fine di giugno, che condurranno alla realizzazione di un documento da porre alla attenzione sia dei cittadini che delle istituzioni del territorio: il ” Manifesto per Terni”. La prima uscita ufficiale della nuova associazione è avvenuta a settembre, all’hotel Garden, con oltre trecento persone. La seconda sarà domani con un convegno, alle ore 17.30 sempre al Garden, dal titolo”La Città della Conoscenza: il Giardino delle Idee”. Relatore sarà il Professor Giovanni Fioravanti autore del libro “La Città della Conoscenza” ed estensore del Manifesto “Ferrara Città della Conoscenza” sottoscritto da numerosi intellettuali italiani. L’iniziativa è stata illustrata questa mattina, presso l’Accademia Rousseau di Piazza San Francesco, da Carlo Latini e Giovanni Ceccotti a nome del coordinamento di Nuovi Percorsi. Contestualmente è stato presentato il numero “zero” del periodico “Economia e Politica per una Città della Conoscenza”, frutto di un lavoro di gruppi di studio appositamente costituiti in ragione delle esperienze e degli interessi posseduti, che affronta temi orientati al cambiamento. Si è in particolare sostenuto il tema dell’identità di una Città, diventato ormai ricorrente. “Tutti, indistintamente, hanno spiegato Latini e Ceccotti, si pongono la domanda come mantenerla, come rigenerarla o come ricostruirla quando si è oggettivamente perduta. Un territorio è un concetto “identitario”,uno spazio al tempo stesso fisico e simbolico in grado di generare senso di appartenenza nelle persone che ci vivono e attrazione per altre che vivono altrove. Un territorio, hanno aggiunto, deve imparare a “farsi scegliere” investendo su un chiaro connotato identitario che sia in grado di superare luoghi comuni o stereotipi per comunicare la propria unicità, i propri valori, le proprie eccellenze, la propria idea di sviluppo”. “La nostra città, la prima città industriale d’Italia, ha dichiarato Latini, ha mancato l’appuntamento con il futuro fino a diventare ‘invisibile’. Così la nostra società si è convinta che ogni possibile cambiamento fosse una vera e propria utopia. Ma io mi sento di dire – ha sostenuto Latini – che l’utopia non esiste. Esiste, come sosteneva Alvin Tofler, la ‘practopia’ ossia la praticabilità dell’utopia che significa e comporta il fare, provare, non fermarsi dinanzi alle avversità”.