L’Umbria affronta un’emorragia di capitale umano: dal 2013 al 2023 4.165 laureati umbri hanno lasciato il Paese, con un saldo negativo di 2.470 tra cancellazioni e ritorni.
La situazione è peggiorata nel tempo: nel 2013 le cancellazioni definitive verso l’estero erano 233, già superiori alle 73 iscrizioni dall’estero. Dieci anni dopo, nel 2023, le uscite sono salite a 450, mentre i rientri si sono fermati a 219.
Nonostante un aumento dei rientri (da 49 nel 2013 a 102 nel 2023), il saldo rimane fortemente negativo.
I dati emergono alla luce dell’uscita dei dati Istat relativi al 2023, che permettono di osservare quanto accaduto nell’intero decennio 2013-2023 e che sono stati approfonditi e sistematizzati nel report preparato dall’Ufficio Stampa e Comunicazione dell’Ente camerale.
Analizzando il decennio, emerge che i laureati umbri che si trasferiscono all’estero appartengono principalmente alla fascia 25-39 anni, con 2.672 cancellazioni. Seguono la fascia 40-64 anni (1.108), quella 0-24 anni (205) e infine gli over 65, con 180 laureati che hanno lasciato il Paese.
Il fenomeno della fuga dei laureati rappresenta una sfida cruciale per l’Umbria e per l’intero Paese. L’analisi dei dati evidenzia la necessità di politiche mirate, sia a livello regionale che nazionale, per invertire questa tendenza e trattenere il capitale umano indispensabile per il futuro sviluppo economico e sociale.
Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, rilancia la proposta di un fondo regionale per contrastare il fenomeno e incentivare il rientro dei talenti.
“Dobbiamo favorire la riduzione prima e la scomparsa poi di questa forbice sfavorevole, ha detto, che deriva da tanti fattori che vanno studiati a fondo e che attengono ai problemi del sistema Paese, anche con incentivi ad hoc che da un lato frenino le uscite e dall’altro attraggano dall’estero le persone più istruite, con aiuti specifici per i laureati italiani che tornano a lavorare nel nostro Paese. Su questo tema la Camera di Commercio c’è a tutto tondo, sia spingendo per la crescita innovativa delle imprese sulle ali della transizione digitale ed ecologica, sia rafforzando l’offerta formativa per imprese e cittadini, soprattutto giovani, sia con l’impegno a partecipare a un’iniziativa regionale di incentivi per chiudere la forbice negativa che l’Umbria ha sui laureati”.