Sono stati superati i 1.000 parti naturali indolori, in circa due anni, nell’ospedale di Terni che si sta sempre più caratterizzando per l’offerta del servizio del parto indolore tramite tecnica analgesica (peridurale) o partoanalgesia, superando ampiamente l’obiettivo nazionale fissato dal Ministero per garantire a tutte le donne, che ne fanno richiesta, il diritto a partorire naturalmente senza dolore.
“L’obiettivo ministeriale assegnato per i punti nascita regionali – spiega il direttore sanitario Sandro Fratini – fissava al 28% la percentuale dei parti da eseguire in partoanalgesia. Tale obiettivo è stato ampiamente superato, Terni con il suo 44.5% di parti senza dolore si pone sicuramente ai vertici nazionali. Il servizio, garantito tutti i giorni h24, è stato organizzato sfruttando l’entusiasmo di giovani anestesisti, prevalentemente donne, che hanno garantito, insieme ai colleghi ginecologi e ostetriche un servizio di qualità elevatissima. La partoanalgesia consiste in una anestesia epidurale che permette di garantire la fase espulsiva del parto in modo indolore ma con la massima collaborazione della donna, che rimane vigile e reattiva. Una procedura apparentemente semplice ma al stesso tempo molto delicata che richiede competenze tecniche molto elevate. Non dimentichiamo che in questa fase ci sono due vite da tutelare, evitando qualsiasi tipo di complicazione”.
“L’analgesia perimidollare è una tecnica molto consolidata – precisa la responsabile della struttura di Anestesia e Rianimazione Lorenzina Bolli – che utilizza basse concentrazioni di anestetici locali e risponde a tre requisiti fondamentali: la sicurezza per la madre e per il nascituro, in quanto i farmaci e la tecnica in sé non sono pericolosi e non compromettono l’allattamento materno, l’efficacia, in quanto è in grado di rendere le contrazioni percepite non dolorose senza compromettere i movimenti, e la flessibilità, in quanto è modulabile in funzione delle differenti fasi del travaglio”.
Consigliata per ridurre lo stress provocato dal dolore del travaglio e del parto, “la partoanalgesia – aggiunge Giampaolo Passalacqua, direttore del dipartimento Materno infantile e della struttura di Ostetricia e ginecologia – è utile soprattutto per particolari patologie materne quali per esempio malattie cardiovascolari, epilessia, miopia, distacco di retina, senza impedire alla donna l’esperienza del parto naturale. L’introduzione della partoanalgesia, come previsto dalle normative, può ridurre notevolmente l’incidenza dei tagli cesarei. Mi preme sottolineare, infine, che nella nostra struttura durante il travaglio e il parto i futuri genitori possono scegliere il controllo del dolore sia con le tecniche naturali sia con la parto analgesia”.