L’atto di accusa del consigliere comunale Luca Tramini rispetto all’Ospedale di Narni è davvero impietoso: in una nota ricorda il disagio della “pianta organica”, che riguarda medici, infermieri ed altri operatori della sanità. Le tinte con cui dipinge l’Ospedale narnese sono davvero fosche ed anche il futuro viene tinteggiato verso il nero. Qualcuna delle accuse che rivolge alla Usl 1 è davvero centrata ed inoppugnabile: la mancanza di primari rischia, a lungo andare, di penalizzare l’ospedale narnese perché la loro mancanza si associa anche ad una perdita di autorevolezza da parte delle strutture sanitarie regionali: meno appetibilità e meno voglia di trasferirsi a Narni, alimentando un circuito vizioso che non porterebbe niente di buono. Però, di contro, a Narni ormai convergono, tanto per fare un esempio, i malati che hanno bisogno di protesi ed interventi di ortopedia, lì inviati da tutti gli ospedali della Usl, segno di una vitalità che in altri tempi non c’era. Per Eleonora Pace, la presidente della commissione sanità della Regione, gli appunti di Tramini sono davvero campati in aria perché la Regione ha mantenuto tutte le promesse fatte, dallo snellimento dell’iter per il nuovo ospedale al potenziamento degli interventi programmati a Narni, cosa che è puntualmente avvenuta. E comunque dalla Usl dovrebbero arrivare risposte concrete alle carenze evidenziate da Tramini.
Di seguito l’intervento del consigliere Luca Tramini:
“All’interno dell’Ospedale di Narni non ci sono più i primari ed i medici iniziano a scarseggiare. Uno svuotamento sistematico e strutturato che sta pian piano coinvolgendo l’interno nosocomio: da ginecologia a radiologia, da ortopedia a chirurgia.
Ambulatori ormai fermi da due anni, da prima del Covid. Non ci sono più medici, non c’è più un primario, non ci sono OSS, non ci sono infermieri. Organici Medici, Oss, UOC, siamo passati in alcuni reparti da sei a tre medici, riduzioni del 50% che a fine anno rischiano di aumentare. Come può funzionare un intero reparto con solo due medici quando ce ne vorrebbero sei?
Quanti ambulatori sono stati chiusi? Quanti ambulatori che annualmente facevano ben oltre le 1000 prestazioni passati a zero, già prima del covid? Dove dovrebbero andare le persone a curarsi? A Foligno, a Perugia o direttamente nelle cliniche private? Ricordiamoci che ad oggi I reparti stanno andando avanti grazie solamente alla professionalità e all’enorme spirito di servizio che da sempre contraddistingue i nostri sanitari. basti ricordare l’eccellenza del punto nascita.
Attività che erano importantissime per tutta la provincia di Terni e non solo per il comprensorio Narnese-Amerino. Ambulatori fondamentali che non hanno più personale e faticano a funzionare. Una struttura di eccellenza come quella di Narni, famosa per l’area materno e infantile, completamente smembrata, smontata pezzo per pezzo, come pure la chirurgia e ortopedia che hanno dovuto ridurre parte degli interventi per la mancanza di guardia anesteziolovoca 24/h. Una situazione che nasce da una chiara volontà politica. Basta vedere quanti medici di ginecologia ci sono negli ospedali di Terni-Narni-Amelia e quanti nel comprensorio di Foligno e Spoleto.
E’ cambiato il colore politico ma il metodo è sempre lo stesso: smembrare la provincia di Terni per ingrossare la zona nord dell’Umbria. Di diverso c’è solo l’aggiunta del privato.
Servono medici e operatori sanitari. Ma serve soprattutto che la città si schieri compatta a difesa del proprio ospedale, per ridare dignità ad una struttura che era un’eccellenza regionale. E per il bene di un territorio che continua ad essere sistematicamente lasciato come fanalino di coda. Non siamo più cittadini di serie B, ormai siamo cittadini di serie Z”.