I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari hanno presentato in aula la famosa interrogazione in cui, fra le altre cose chiedevano se la regione intende porre la prima pietra, nel 2018, del nuovo ospedale di Terni, superando l’esperienza del “Santa Maria”. Nella stessa interrogazione, Liberati e Carbonari chiedono se corrisponde al vero che “l’ospedale Santa Maria di Terni è tuttora privo del Certificato di prevenzione incendi e dunque dell’agibilità, con almeno un procedimento penale in corso a causa dei gravissimi ritardi sin qui accumulati e col rischio di sequestro/chiusura giudiziaria dell’intera struttura”.
LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE ALLA SANITA’. LUCA BARBERINI
la struttura nella sua Interezza, sia gli immobili che i professionisti che vi lavorano – scrive Barberini – garantiscequalità delle prestazioni in favore dei cittadini. L’Azienda ospedaliera di Terni ha la maggiore percentuale di mobilità extraregionale, cioè di arrivi da fuori regione, con oltre il 20 per cento di cittadini provenienti da Marche, Lazio e Abruzzo. Per quanto riguarda il certificato antincendi, l’intervento consiste di 21 progetti di prevenzione incendi di cui 2 afferenti l’intero complesso ospedaliero, su cui i vigili del fuoco di Terni hanno rilasciato parere favorevole di conformità.
L’adeguamento – aggiunge l’assessore -deve avvenire attraverso procedure e iter temporale nel lasso dal 2016 al 2025, tutte le progettazioni sono state integrate a quanto prescritto dalle nuove disposizioni e hanno già parere di conformità favorevole. Sono in corso lavori antincendio degli elevatori, interventi che richiedono 3 milioni e600mila euro, un secondo lotto sull’impiantistica richiederanno circa 6 milioni e 311mila euro. Questo è quello che spenderemo per rendere ancora più sicuro ed efficace l’ospedale di Terni. Negli anni passati, invece, 22milioni di euro di interventi e ulteriori 23 milioni finalizzati alla messa a norma, che renderanno ancora più funzionale l’intervento sull’ospedale.
Nessuno ha mai parlato di una prima pietra da porsi nel 2018. Sappiamo che è il più anziano fra gli ospedali umbri, ma gli interventi messi in atto danno garanzie al funzionamento del presidio e sulla qualità delle prestazioni.L’intervento sul presidio di Narni Amelia, quasi 60 milioni, è complementare al rafforzamento del presidio di Terni, con Narni e Amelia pergli interventi a bassa complessità”.