In attesa che l’ospedale di Terni torni a funzionare a pieno regime si è attivata la collaborazione altri ospedali regionali al fine di ridurre la lunga lista di attesa degli interventi, bloccati, a causa dell’emergenza sanitaria in atto.
A renderlo noto è l’Azienda Ospedaliera Santa Maria che “sarà in grado di aumentare le sedute operatorie grazie alla collaborazione stretta con altre strutture della Usl Umbria 2 e Usl Umbria 1. Entro una settimana – è spiegato in una nota – una volta perfezionati gli ultimi dettagli organizzativi, i professionisti del Santa Maria potranno effettuare parte dell’attività chirurgica elettiva negli ospedali di Narni per interventi di bassa complessità, e di Orvieto e Branca per la medio-alta complessità. Inoltre, non potendo prevedere i tempi di totale ripresa della regolare attività chirurgica ordinaria e in considerazione dell’elevato numero di pazienti in lista di attesa, nell’interesse prioritario della tutela della salute pubblica, come previsto dalla DGR 277 del 16 aprile 2020, sono in corso anche delle convenzioni con cliniche private accreditate regionali, a Perugia e Foligno, per interventi non procrastinabili di varie specialistiche: chirurgia generale, neurochirurgia, urologia, ortopedia, ginecologia, chirurgia maxillo-facciale. Fanno eccezione alcune specialità come la chirurgia vascolare o la cardiochirurgia che continueranno ad essere effettuate unicamente in sede.
“L’intento – spiega il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni Pasquale Chiarelli – è quello di creare un network regionale che consenta l’accesso alle cure anche nel rispetto dell’area geografica di appartenenza: cioè i pazienti residenti nella parte più settentrionale dell’Umbria valutati dai nostri professionisti saranno indirizzati in via preferenziale alla struttura pubblica di Branca o nelle Case di cura private di Perugia o Foligno, mentre per i residenti nell’area geografica sud si cercherà di predisporre sedute operatorie aggiuntive negli ospedali di Narni ed Orvieto, compatibilmente con la complessità chirurgica e il setting assistenziale richiesto dall’intervento stesso“.
La direzione del Santa Maria di Terni ricorda che la drastica riduzione dell’attività chirurgica elettiva, disposta a livello regionale, era stata imposta dall’emergenza Covid, che ha richiesto un aumento di posti letto ordinari e di terapie intensiva dedicati e il conseguente reclutamento di personale di sala (infermieri e anestesisti) presso le terapie intensive Covid. Grazie a queste collaborazioni, i professionisti dell’ospedale di Terni potranno operare i loro pazienti utilizzando spazi, tecnologie e personale infermieristico disponibile in altre strutture del territorio. “Siamo tutti consapevoli – dice il commissario Chiarelli- che quello che interessa ai cittadini è sapere che, nonostante l’emergenza, l’ospedale di Terni ha fatto ogni sforzo possibile per trovare le soluzioni che garantiscano loro di ricevere le prestazioni di cui hanno bisogno e di avere una risposta al loro bisogni di cura e di salute, come dimostra anche l’intesa con la Cassa Mutua Aziendale dipendenti AST che dal 23 novembre mette a disposizione ambulatori e personale infermieristico per consentire ai nostri medici di effettuare minimo 450 prestazioni ambulatoriali mensili per la diagnosi e la cura delle patologie diverse dal Covid“.
La direzione del Santa Maria di Terni ha spinto l’acceleratore anche sul fronte del personale. È in corso l’assunzione di varie decine di infermieri, di cui 14 già in servizio, di ostetriche e di ulteriori OSS. È in fase di avvio la procedura per l’espletamento dell’atteso concorso per anestesisti. “Ma ciò che importa in questo momento – aggiunge il commissario Chiarelli – è che la squadra degli anestesisti e rianimatori dell’ospedale si sta rafforzando: uno appena assunto prenderà servizio nei prossimi giorni mentre gli altri li stiamo reclutando, con il supporto regionale, anche in collaborazione con gli altri enti del Ssr. In questo modo in pochi giorni potremo arrivare ad attivare 5 dei 10 posti di terapia intensiva previsti dal piano di salvaguardia regionale, di cui alcuni già attivi da qualche giorno“.