“Il nuovo Piano sanitario regionale non toccherà minimamente l’organizzazione della struttura ospedaliera di Terni e non comporterà alcun depotenziamento dei servizi. Pertanto le rilevazioni fatte, da più parti in questi giorni, in maniera del tutto strumentale, non trovano alcun fondamento, anche perché il nuovo strumento di programmazione sanitaria, ad oggi, non è stato ancora definito né esiste alcuna bozza preadottata dalla Giunta regionale”.
E’ ciò che ha detto l’assessore regionale alla sanità, Luca Barberini, ascoltato questa mattina dalla seconda commissione consiliare di Palazzo Spada.
“L’Azienda ospedaliera di Terni – ha aggiunto l’assessore – rappresenta un fiore all’occhiello della sanità umbra e continueremo a investire risorse per il suo sviluppo, per la valorizzazione dell’alta specialità e per la realizzazione della Città della Salute”.
“Rispetto al 2013 – ha detto ancora Barberini – alla fine del 2018 c’è stato un incremento di oltre 90 operatori. Entro il prossimo giugno verranno coperti tutti i primariati e abbiamo recentemente approvato il nuovo fabbisogno di personale delle quattro Aziende sanitarie regionali e quella di Terni è stata autorizzata ad assumere 122 nuove figure, il numero maggiore di tutte”.
“Sono proseguiti gli interventi di adeguamento strutturale e impiantistico e le procedure di acquisto delle nuove tecnologie, con un investimento complessivo di oltre 11 milioni di euro. Grazie a lavori realizzati di recente, sono state realizzate due nuove sale ibride angiografiche, con il blocco operatorio che passerà da 10 a 12 sale, con la possibilità di aumentare l’attività del 20 per cento. Sono stati completati i lavori del pronto soccorso, con un ampliamento del triage e degli ambulatori. Sono stati spostati e migliorati la Pediatria e la Radiologia. Sono aumentati gli interventi in elezione, cioè programmati, e l’attività è passata da 126 milioni a oltre 130 milioni di euro. L’indice di attrazione extra regionale dell’Azienda ospedaliera di Terni è superiore a un quinto dell’attività complessivamente prestata. I numeri snocciolati confermano l’attenzione verso l’Azienda ospedaliera di Terni ed è folle pensare che vogliamo fare a meno del contributo fondamentale di questa realtà”.
“Con il nuovo Piano sanitario regionale, rispetto al quale non ci sono ancora atti formali ma solo bozze di appunti frutto del lavoro dei 15 a Tavoli tematici – ha sottolineato Barberini – nulla cambierà sia per Terni sia per Perugia. L’organizzazione della rete ospedaliera resterà la stessa, con cinque ospedali di emergenza-urgenza e due Aziende ospedaliere. Poiché l’Umbria è una piccola realtà e, in alcune situazioni, non riusciamo ad avere numeri adeguati, proporremo maggiore collaborazione tra le strutture, con le equipe di alta specialità che avranno la possibilità di collaborare strettamente, senza incidere su qualità e offerta dei servizi all’interno delle Aziende ospedaliere, come confermato dalle procedure attivate per la copertura delle strutture complesse di alta specialità a Terni”.
“Le nostre Aziende ospedaliere assorbono anche la funzione di ospedali di territorio e non possono quindi concentrarsi esclusivamente sull’alta complessità, per questo – ha precisato l’assessore – è necessario potenziare il ruolo dei presidi ospedalieri di comunità in modo che possano essere da supporto occupandosi della medio-bassa complessità. L’ospedale di Narni-Amelia, che realizzeremo con un investimento di 55 milioni di euro, di cui solo un terzo a carico dello Stato, avrà questa funzione”.
“In questo contesto l’intervento sulla Città della Salute è confermato e verrà inserito nel nuovo Piano sanitario regionale, con questa realtà che avrà un ruolo esclusivamente e non prevalentemente legato ai servizi sociosanitari. Entro giugno ci sarà il bando per l’affidamento del progetto integrato”.
Nel dibattito è intervenuto, fra gli altri, il sindaco di Terni Leonardo Latini: ““Su queste tematiche – ha detto il sindaco – c’è una piena sintonia dell’assise cittadina ternana, la regione di questo ne deve prendere atto. Oggi abbiamo visto che c’è un ‘ampia condivisione di tutte le forze sociali, c’è il pieno coinvolgimento di tutti i corpi intermedi. Una preoccupazione tangibile. Il piano sanitario regionale deve essere condiviso, gli stakeholder dovevano essere individuati magari prima. Difendere i presidi sanitari è una difesa di civiltà. Abbiamo una intera città che esprime preoccupazione e che chiede risposte. Le preoccupazioni sollevate permangono, c’è un rischio oggettivo del depotenziamento della azienda ospedaliere locale. C’è una volontà – ha detto Latini – di accorpare le strutture di alta specializzazione, non c’è scritto che si va verso una unica azienda ospedaliera ma, nei fatti, si va verso questo. Accentramento dei posti apicali al di fuori dei confini della nostra provincia. Chiediamo certezze. Chiediamo parole e soprattutto documenti chiari. Chiediamo due aziende ospedaliere di alta specialità integrata con gli ospedali territoriali, due Asl, una naturalmente con sede a Terni. La città della salute è una buona notizia, ma sarebbe opportuno un crono programma e un tavolo comune. Oggi c’è stata tanta partecipazione e condivisione perché dietro queste preoccupazioni si muoveranno delle battaglie e su queste si muoveranno tutti i cittadini a prescindere dalla appartenenza politica, nessuno di noi farà un passo indietro”.