Continua il dibattito sul processo riorganizzativo dell’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni. Dopo i medici , i sindacati di categoria e i dipendenti non sindacalizzati, scrivono al direttore generale, Maurizio Dal Maso, anche “gli specializzati” dell’ospedale di Terni.
“In merito alla risposta del Direttore Dal Maso ed all’apertura e all’interesse a discutere con tutti delle problematiche riguardanti l’Azienda Ospedaliera volevamo portare a conoscenza dell’attuale situazione precaria che da anni si protrae in merito ad un aspetto fondamentale e di strategica rilevanza all’interno dell’Azienda Ospedaliera Ternana. Infatti le criticità non sono solo sulla pianta organica, quindi il numero dei dipendenti dell’Azienda attualmente insufficiente ma sono anche sugli assetti organizzativi dei vari servizi offerti ai pazienti.
Non sappiamo se i pazienti, diretti fruitori, sono a conoscenza del fatto che uno de servizi di radicale importanza dell’azienda – un servizio senza il quale la stessa azienda da “altamente specialistica” diverrebbe un semplice ambulatorio – attualmente è un servizio “non servizio”, nel senso non recepito ed adeguato all’attuale normativa vigente. Ci riferiamo – è scritto in una nota – a quello che il paziente trova nella “Carta dei Servizi” offerti dall’Azienda sotto la dicitura “Dipartimento di Diagnostica per Immagini e Radiologia Terapeutica Interventistica”. Ebbene, precisamente “puntiamo l’indice” sul servizio “dell’Amministrazione dei Sistema RIS-PACS ed Archiviazione” di tutte le immagini iconografiche che si possono produrre all’interno di un ospedale, servizio di nicchia ma che concorre a far rientrare l’Azienda ad un determinato livello specialistico, così come altri servizi dello stesso dipartimento che andrebbero completamente risanati.”
!A titolo di esempio, scendendo nel particolare – aggiungono – tale servizio altamente specialistico è attualmente svolto da personale la cui funzione è stata attribuita senza, e sottolineiamo senza, “…previa valutazione dell’esperienza, della capacità e dell’affidabilità dei soggetti designati” e senza “…titolo abilitativo” così come la normativa di riferimento recita e richiede. Ebbene sì, esiste una normativa in merito che non stiamo ad elencare, ma non viene presa in considerazione. Allora ci si chiede senza commenti sterili o “elencazione di criticità”, si potrebbe trovare una soluzione e soprattutto essere in regola con la normativa in merito al servizio citato per renderlo funzionale, efficace ed efficiente? Ebbene per quanto possa essere paradossale la risposta è si, e ne esistono anche di progetti di riorganizzazione presentati e dimenticati nel cassetto solo per salvaguardare gli interessi di alcuni piuttosto che quelli della collettività. Ci risiamo, siamo alle solite – in conclusione affermano gli specializzati – clientelismi, nepotismi, favoreggiamenti all’interno di un’azienda pubblica cercando di salvare le lobby esistenti piuttosto che gli interessi comuni, ed allora se c’è la possibilità di cambiare si può cambiare in meglio? Gli strumenti ci sono, i professionisti ci sono, i progetti ci sono, quel che manca è la volontà e la trasparenza. Direttore Dal Maso crede che sia il caso in vista di un riassetto organizzativo mettere le mani anche su questo aspetto di non poco conto?”