Nell’ospedale di Terni negli ultimi 4 anni si è assistito ad un costante e progressivo aumento dei trattamenti per la fase acuta dell’ictus ischemico, una patologia che rappresenta la prima causa di disabilità e la seconda di demenza. Questo ha spinto i neurologi M. Stefania Dioguardi e Carlo Colosimo, direttore della struttura di Neurologia e Stroke unit del Santa Maria, ad organizzare un evento formativo teorico-pratico rivolto a medici ed infermieri di vari reparti. Per la gestione efficace dell’ictus cerebrale, infatti, è necessario uniformare modalità di intervento e servizi, attraverso lo scambio di buone pratiche tra i numerosi professionisti coinvolti: il neurologo, il medico urgentista, il neuroradiologo, il cardiologo, il neurochirurgo, il chirurgo vascolare, il riabilitatore, l’infermiere del pronto soccorso e dell’unità stroke.
Il corso, che si è svolto al centro di formazione ospedaliero in due giornate di studio, ha coinvolto tutte le figure professionali che gravitano intorno alla Stroke unit, oltre a relatori con lunga esperienza nel campo delle malattie cerebro-vascolari che operano in altre strutture ospedaliere.
“Partendo dal concetto di tempestività delle cure, che si lega all’importanza del riconoscimento dei sintomi– spiega il dottor Carlo Colosimo– è fondamentale omogeneizzare i corretti percorsi che conducono il paziente dal Pronto soccorso alla Stroke unit, dove il concetto di ‘time is brain’ (tempo è cervello) diventa ‘time&care is brain’(il cervello è tempo-e- cura). Di qui l’importanza di discutere delle problematiche mediche e infermieristiche nella gestione in acuto dell’ictus, della difficoltà nel riconoscere l’ictus quando assume aspetti che possono confondere, delle complicanze neuropsichiatriche, della terapia della fase acuta sia endovenosa che endovascolare, dei nuovi trial, delle indicazioni dell’esame ultrasonologico dei tronchi epiaortici ed infine dell’approccio chirurgico alle stenosi carotidee”.
Nel 2018 all’ospedale di Terni sono stati gestiti circa 450 pazienti, di cui circa 70 trattati per la fase acuta con trombo lisi/trombectomia e se ne stimano 100 nel 2019.