“Grandissima preoccupazione” viene espressa dalle organizzazioni sindacali dei dirigenti medici e sanitari per il futuro dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni. In una nota segnalano “la grave carenza di personale infermieristico, medico e sanitario conseguente agli incrementati volumi di attività (circa 50.000 accessi al solo Pronto Soccorso e circa 15.000 ricoveri nel solo 2018), alla particolare complessità delle patologie trattate ed ai numerosi pensionamenti del personale sanitario che, nonostante la richiesta, fatta dalla Direzione Aziendale alla Regione, di incremento degli organici degli infermieri e dei medici per 2019 (solo 25 nuovi medici), prevediamo siano assolutamente insufficienti a garantire un’assistenza sanitaria adeguata all’utenza”. Ma desta preoccupazione anche “ la progressiva riduzione dei posti letto nei reparti specialistici a fronte di un incremento dei posti letto per pazienti cronici, il che fa ben comprendere come il futuro dell’Azienda Ospedaliera di Terni sia verso una trasformazione della stessa in un ospedale di sola ed esclusiva comunità, se non addirittura in un vero e proprio “cronicario” con scomparsa o grave ridimensionamento delle Alte Specialità che lo hanno caratterizzato fino ad oggi e che hanno dato lustro sia all’Azienda sia alla città”.
E al riguardo le organizzazioni sindacali dei dirigenti medici e sanitari ricordano “che nell’indagine effettuata dal quotidiano Sole 24 ore nel 2013 su 114 Aziende Ospedaliere, quella ternana è stata classificata all’8° posto in Italia e che il tasso di richiesta di risarcimento per danni da parte dei pazienti all’ospedale di Terni è tra i più bassi in Italia, nel 2018 sono pervenute meno di 80 richieste a fronte di quasi 65.000 tra ricoveri ed accessi al Pronto Soccorso. Ci sembra che l’attuale orientamento politico regionale vada, sempre di più, nella direzione di voler accorpare e quindi centralizzare, presso l’Azienda Ospedaliera di Perugia, la stragrande maggioranza delle attività di Alta Specializzazione a totale discapito dell’Azienda Ospedaliera di Terni, nonostante la qualità dell’assistenza erogata e gli ottimi ed indiscussi risultati conseguiti con risorse economiche ed umane di gran lunga inferiori a quelle utilizzate per l’Azienda Ospedaliera di Perugia. Invitiamo pertanto tutte le forze politiche ternane e tutta la cittadinanza di Terni che usufruisce quotidianamente delle prestazioni dell’Azienda Ospedaliera di Terni, a mobilitarsi per difendere con forza l’ospedale ternano, la sua autonomia e le sue elevatissime professionalità, concludono, per evitare che il territorio ternano venga depauperato di una delle sue eccellenze che, ribadiamo, sono state riconosciute, in un recente passato, anche a livello nazionale”.
E la risposta del direttore generale del Santa Maria Maurizio Dal Maso non si è fatta attendere.
“E’ comprensibile il timore espresso dai professionisti e dalle OO. SS. della dirigenza medica e sanitaria dell’Azienda ospedaliera di Terni – commenta il dg – di vedere vanificati gli sforzi fatti tutti insieme in questi 3 anni per far crescere l’ospedale ternano e consolidarne il ruolo di Centro di riferimento nazionale e di insegnamento per l’alta specialità. L’ospedale, già ricco di altissime professionalità universitarie e ospedaliere e molte nuove ne sono arrivate dal 2016 in poi, negli ultimi anni ha compiuto una vera rivoluzione organizzativa che lo ha portato ad ottimizzare i costi e le risorse disponibili, efficientare i percorsi di cura, aumentare la complessità della casistica trattata, ma anche la qualità e la quantità delle prestazioni erogate. E’ aumentato non soltanto il fatturato, aggiunge il direttore generale, ma il numero degli interventi chirurgici eseguiti (oltre 18.500 nello scorso anno) e quello della attività ambulatoriali, così come gli accessi al Pronto Soccorso /DEA, che nel 2018 sono stati circa 45.000 con una media giornaliera di 124 accessi, a conferma che non è stata solo perseguita l’alta complessità e l’alta specializzazione, ma è stato fatto uno sforzo importante da tutti i professionisti dell’Azienda ospedaliera per potenziare anche l’accoglienza e l’assistenza di casi clinici a medio-bassa intensità, cercando non soltanto di mantenere il ruolo di ospedale di comunità ma di andare a supportare, per quanto possibile, anche l’assistenza sul territorio, compatibilmente con i 578 posti letto complessivi che sono stati resi disponibili quest’anno nell’ospedale. Occorre anche considerare lo sforzo svolto da tutto il personale aziendale, al momento pari a 1663 professionisti effettivi in servizio, che hanno sostenuto incrementi di attività molto significativi. E’ ragionevole, quindi, conclude Dal Maso, la paura che eventuali scelte di indirizzo politico-istituzionale che non dovessero andare nella direzione dell’integrazione e dello sviluppo delle reti cliniche professionali, penalizzerebbe l’ospedale e la città di Terni, rischiando di vanificare tutto il lavoro fatto dai suoi professionisti, che rappresentano una risorsa inestimabile non soltanto per il territorio di Terni ma per tutta la Regione Umbria”.