La costituzione di un osservatorio contro ogni forma di discriminazione determinata dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere che fa seguito a una legge contro l’omofobia adottata dalla regione Umbria ha sollecitato la presa di posizione del consigliere regionale Sergio De Vincenzi (Gruppo misto-Umbria Next) e del Popolo della famiglia dell’Umbria, che non sono stati invitati a firmare un protocollo di intesa.Firma d’intesa prevista per il 17 settembre.
Ciò significherebbe una discriminazione nei loro confronti.
De Vincenzi sostiene che “il prossimo 17 settembre è prevista la sottoscrizione del protocollo d’intesa che da seguito a quanto deliberato dalla Giunta Regionale nel dicembre 2017 (DGR n. 1457) con la costituzione di un gruppo di lavoro stabile coordinato dalla Regione. Contrariamente alle attese, dall’elenco dei firmatari si evince che le associazioni familiari e dei genitori afferenti agli organismi della scuola sono state totalmente escluse dalla partecipazione”.
Secondo De Vincenzi la presidente Catiuscia Marini aveva garantito “sul carattere di pluralità di eventuali organismi e protocolli derivanti dall’applicazione della legge regionale”, dunque, “ha disatteso totalmente quanto da lei ufficialmente dichiarato durante il Question Time dello scorso 23 gennaio su una mia interrogazione.”
Pertanto, sostiene il consigliere De Vincenzi “ci siamo sentiti in dovere di inviare un sollecito ufficiale alla presidente Marini affinché venga modificato celermente l’elenco dei firmatari del protocollo che evidentemente deve poter garantire parità di accesso a tutte le associazioni coinvolte, non solo quelle LGBTI. Proprio in nome della tanto sbandierata pluralità delle posizioni e libertà di partecipazione chiediamo che possano avere giusta rappresentatività tutte quelle associazioni che, su tutto il territorio regionale, si occupano parimenti di attivismo sociale orientato alla famiglia, al mondo dei minori e della scuola, non allineate alla ideologia LGBTI. Fra queste, senza pretesa di esaustività, ne possiamo citare solo ‘alcune più note come il ‘Forum dell’Umbria’, ‘AGE’, ‘AgeSC’, ‘Articolo 26.
Crediamo doveroso questo atto di pluralismo che – conclude De Vincenzi – qualora dovesse essere disatteso, macchierà in modo indelebile l’organismo che si intende avviare, poiché non sarà in grado di garantire il raggiungimento di obiettivi coerenti e di tutela delle diverse istanze della comunità regionale.”
Anche Il Popolo della Famiglia dell’Umbria ha preso posizione sulla vicenda.
“Chiediamo anche noi, alle istituzioni tutte, un richiamo ed uno sforzo per salvaguardare una pluralità che, se lasciata alla gestione di una qualsiasi lobby, trasforma la lotta alla discriminazione in una paradossale dittatura dei discriminati.
I segnali di intolleranza e di insofferenza che stanno arrivando sulla proposta di allargamento al contributo educativo delle associazioni pro-family “non orientate” – tutt’altro che marginali nell’organizzazione del tessuto sociale del nostro territorio – conferma un processo, lento ed inesorabile, che sta facendo evaporare la politica della sinistra: chi ha vantato da anni una supremazia intellettuale e di governo, non ha ancora veramente capito chi e che cosa va difeso dalla vera prepotenza intollerante.
Il PdF Umbria chiede alla Regione dell’Umbria che se la famiglia non è proprio fra le sue priorità, se non può essere messa al centro dell’azione politica, almeno non venga estromessa dalla ordinaria partecipazione.”