Mai richiesto e dunque tantomeno concesso. Il sindaco Leonardo Latini fa chiarezza in merito alla polemica sollevata ieri da alcuni esponenti delle opposizioni rispetto al presunto patrocinio del Comune ad un’iniziativa culturale di Casapound.
“All’inizio del mio mandato avevo chiesto alle opposizioni di evitare polemiche gratuite – dice il sindaco Latini – nella speranza che questa città potesse superare le dispute velenose che l’hanno contraddistinta per tanti, troppi anni e che hanno contribuito a portarla al disastro attuale. Purtroppo questo non sta accadendo e ci sono troppe persone che trascorrono il proprio tempo a cercare di inventare polemiche o a strumentalizzare i fatti, con il solo intento di mettere in cattiva luce chi, come noi, sta lavorando dalla mattina alla sera al servizio della città per cercare di risolvere concretamente, tra tanti ostacoli, incertezze ed enormi difficoltà, una situazione d’emergenza. Vorrei ricordare a tutti, aggiunge, che la situazione che stiamo vivendo nella nostra città e nel nostro ente non è una situazione normale. A fronte di questo cerchiamo di concentrarci sulle cose serie: noi sull’amministrazione e le minoranze su un’opposizione costruttiva, secondo le sane regole democratiche, per il bene di Terni. Lo stesso chiediamo a tutti i soggetti interessati, a vario titolo, anche da posizioni critiche, a far uscire la città dalla crisi”.
Il sindaco ricorda, infine, che in ogni caso la concessione del patrocinio del Comune di Terni, stante la situazione di dissesto dell’Ente, non comporta la concessione gratuita delle sale, né tantomeno l’affissione gratuita di manifesti.
Pronta la replica delle opposizioni.
“La questione dell’uso improprio del logo del comune di Terni – dichiara il presidente della commissione Garanzia e Controllo Thomas De Luca – non è una vicenda marginale, ma una tema che va approfondito anche al fine di mettere in campo tutte le azioni necessarie a tutela dell’immagine del comune di Terni e dell’istituzioni del Patrocinio. Nei prossimi giorni convocherò in commissione garanzia e controllo l’assessore Proietti, per meglio capire quali dinamiche si siano attivate tra lei e CasaPound sul tema del patrocinio che, secondo quanto emerso, ad oggi non è stato mai rilasciato dall’amministrazione eppure utilizzato per la promozione dell’evento. La convocazione all’assessore è dovuta in quanto il suo nome compare nella locandina dell’evento accanto al logo non autorizzato, prima apparso e poi rimosso. Meraviglia che il sindaco minimizzi questa vicenda, il rilascio del patrocinio è un atto amministrativo che sottintende la massima condivisione della portata civica dell’iniziativa che si ritiene degna di essere moralmente condivisa dal Comune e quindi da tutta la comunità. Non può essere concessa a qualunque iniziativa chiaramente partitica, in quanto essendo tale è automaticamente di parte. Grottesco che difenda un atto che al momento non esiste, lasciando intendere quantomeno confusione sulla procedura amministrativa. Rispondere sugli atti amministrativi, quali un patrocinio mancato o meno, è preciso dovere di ogni amministratore, in primo luogo del sindaco”.
Per il capogruppo di Senso Civico Alessandro Gentiletti “le istituzioni democratiche sono cadute in una fake news, causata dalla diffusione di un volantino di CasaPound che impropriamente conteneva il simbolo del Comune di Terni e da una dicitura su un evento facebook on line che riportava il patrocinio stesso. A questo punto domando cosa intendono fare le istituzioni, ad iniziare dal Comune, per reagire a questo uso arbitrario del logo del Comune. Mi domando, inoltre, viste la bufala vergognosa messa in atto da Casapound se è davvero il caso di confermare la concessione della sala oppure se sarebbe opportuno restituire i soldi della prenotazione, consigliandole di svolgerla altrove. Infine un modesto consiglio al nostro sindaco, prima di difendere a spada tratta CasaPound, ci pensi bene, consideri che lui è un amministratore pubblico, il primo amministratore della città, non un simpatizzante di una formazione a dir poco ambigua nei suoi valori”.