Si è svolta oggi a Terni a Palazzo Gazzoli una iniziativa del Partito Democratico sul futuro della Acciai Speciali Terni all’indomani della cessione da parte di ThyssenKrupp al gruppo Arvedi e , più in generale, sul futuro della siderurgia in Italia.
Il primo intervento, in collegamento video , è stato quello del segretario del partito Enrico Letta: “un Paese che si vanta giustamente di essere la seconda potenza industriale d’ Europa e tra le principali nel mondo ha necessità di essere all’avanguardia sulla riflessione su come le politiche industriali debbano essere rielaborate con un occhio al futuro e alle trasformazione”, ha detto tra l’altro Letta, aggiungendo che “il tema delle materie prime, del prezzo dell’energia e della logistica sono questioni che stanno vedendo delle modifiche di dimensioni e aspetti qualitativi di impatto tale che non si era visto da molto tempo. Tutto questo ha un impatto sui conti delle aziende, pubblici e dei cittadini. Per questi motivi affrontare una riflessione sul tema della politiche industriali e in particolare sulla siderurgia rappresenta un punto di riferimento importante e uno degli elementi sui quali abbiamo intenzione di lavorare”.
Secondo il vice ministro allo Sviluppo Economico Alessandra Todde si deve “aspettare il parere della commissaria Vestager e poi potremo sederci e parlarne. Però penso che sia un’occasione unica per dare risposte a un territorio e fare un progetto in cui, finalmente, chi è interessato non è qualcuno che viene da un altro continente e che ci vede come una provincia dell’ impero, ma può considerare questo progetto nell’ ottica di una strategia nazionale”.
Per quel che riguarda il piano nazionale della siderurgia la Todde ha affermato: “avere una strategia condivisa è importante non tanto perché bisogna rispondere alle singole vertenze, cosa fondamentale e importantissima, ma perché se non non si danno linee guida a quelle che sono le strategie di produzione nazionali si contrappongono interessi e modi di produrre e si rischia di essere poco competitivi come Paese perché si fa competizione in casa. Questo non è accettabile, l’acciaio è il cuore della manifattura”.
Ha partecipato all’iniziativa del PD di Terni anche il segretario generale della Fiom-Cgil Francesca Re David: “Per fortuna – ha detto la leader sindacale – Terni ha preso una strada diversa (rispetto a Taranto e Piombino) speriamo che finalmente sia reso esplicito un piano industriale che attende da tantissimo tempo, che nessuno ha discusso e neanche ci è stato vagamente presentato. Se ArcelorMittal, Terni, Piombino, nord-est e nord-ovest sono dentro questo piano – ha aggiunto – non lo sappiamo, i lavoratori non lo sanno. Il piano nazionale della siderurgia deve andare insieme al piano energetico, non si può parlare di innovazione se non si capisce come si ha l’energia elettrica con un certo costo, il gas e come si arriverà all’ idrogeno nel futuro. Spero che di questi temi qualcuno ne stia discutendo. Questo qualcuno non siamo noi a nessun livello. A noi ci si aspetta di dire quello che succederà”.
Ha concluso il vice segretario del PD Giuseppe Provenzano: “Sul piano nazionale sulla siderurgia – ha detto – chiediamo un atto di chiarezza al ministro Giorgetti.
Se c’è lo tiri fuori da questo cassetto, se è solo una bozza discutiamone con i produttori, il sindacato e le comunità locali, se non c’ è questo piano, vogliamo contribuire a scriverlo. O riorganizziamo dei tavoli di filiera e settore – ha aggiunto Provenzano – o mai come in questo momento rischiamo di perdere le sfide. In questi tavoli devono inoltre essere coinvolti anche il ministero del Lavoro, e poi quello della Transizione ecologica e quello della Mobilità sostenibile, che devono essere protagonisti nell’accompagnare questi processi delle nuove politiche industriali e mettere in campo tutti gli strumenti”.
Riferendosi ad Ast Provenzano ha detto di aver “salutato con grandissimo favore la scelta di Arvedi, speriamo che porti presto un piano industriale di cui possiamo discutere. Noi vigileremo sul tema dell’integrità del gruppo, della tutela occupazionale, degli investimenti. Vogliamo farlo perché qui non si sta giocando una battaglia in difesa, ma un’ opportunità per l’intero Paese”