Il nuovo Piano per la tutela e la conservazione della fauna ittica e per la pesca sportiva in Umbria, finisce sotto la lente d’ingrandimento degli organismi regionali. La Seconda e la Terza commissione dell’Assemblea legislativa, si sono infatti riunite in seduta congiunta, per analizzare un documento di indirizzo per la salvaguardia delle specie autoctone e la limitazione di quelle alloctone, che regola l’attività di pesca e di conservazione dei sistemi acquatici, in sintonia con le normative europee in materia. L’approvazione dell’atto è stata sospesa, su richiesta del presidente della Seconda commissione, Eros Brega, per prevedere l’inserimento nel testo dell’indicazione delle risorse economiche che la Regione metterà a disposizione per l’attuazione del Piano. Le cifre già si conoscono, come hanno confermato dal Servizio Pesca regionale: 300mila euro l’anno per tre anni, dal 2016 al 2018.
Il presidente della Terza commissione regionale, Attilio Solinas, ha ricordato gli esiti dell’audizione con le associazioni di pescatori, che “hanno lamentato il ritardo con cui la Regione ha predisposto il rilascio dei pesci nei torrenti nella fase di passaggio della riattribuzione delle funzioni sulla materia in questione dalla competenza delle Province alla Regione, che non ha consentito rilasci consistenti, causando anche danni economici ai gestori di attività commerciali legate alla pesca”.
Dai consiglieri regionali delle due commissioni è giunta la richiesta di valorizzare i centri ittiogenici che erano gestiti dalle Province e di indicare nel testo l’entità delle risorse economiche che la Giunta metterà a disposizione.