“Il Documento di economia e finanza che sta predisponendo il governo propone cose insostenibili, evitare l’aumento dell’IVA e trovare altre risorse per il sostegno agli investimenti e per abbattere le tasse. Se si mettono insieme tutte le promesse si arriva già ben oltre il 3% del debito. La situazione di stallo che sta vivendo il paese sarebbe dunque superata ma nel peggior modo possibile. O si alzano le aliquote IVA e le accise o la finanza pubblica sarà insostenibile.”
Lo ha detto l’ex ministro dell’economia, il professor Pier Carlo Padoan, che ha partecipato a un convegno organizzato dal Partito Democratico. “Un appuntamento che avevamo organizzato 20 giorni fa e al quale non abbiamo voluto rinunciare nonostante i fatti accaduti in questi giorni – ha detto il segretario del PD di Terni, il senatore Leonardo Grimani.”
“Con le poche risorse che abbiamo a disposizione – ha detto il professor Padoan – l’unica cosa da fare sarebbe quella di dire abbiamo sbagliato riscriviamo dal principio la legge di bilancio. Questa non è una prospettiva folle e incosciente. E’ ciò che andrebbe fatto in un quadro pluriennale molto chiaro.La prima cosa che dovrebbe fare l’Italia è quella di negoziare con le istituzioni europee e lanciare un messaggio ai mercati, la promessa credibile di un rientro del deficit, cosa che è scritta nel DEF (Documento di Economia e Finanza) dove però non si spiega come ottenerla. Se ci fosse un piano del genere – secondo l’ex ministro – il Paese riacquisterebbe un po’ della credibilità perduta. E si vedrebbero subito i segni di questo in un abbattimento del famoso spread, che significa risparmi significativi di risorse.”
“Pur nella limitatezza delle risorse – ha ribadito Padoan – il governo dovrebbe sostenere l’occupazione e la competitività delle imprese, quindi le risorse dovrebbero essere indirizzate nell’abbattimento del lato fiscale del costo del lavoro, cosa che è stata fatta negli anni passati ma che è stata interrotta dal nuovo governo e poi dovrebbe destinare risorse a chi è escluso dai benefici della crescita ma non con il reddito di cittadinanza bensì con il reddito di inclusione che stava dando risultati importanti, provvedimento di cui bisogna andare fieri e che forse andava introdotto prima.”
Padoan ha ricordato come in questi anni di durissima crisi l’Italia ha perduto ben 9 punti di PIL:”la più grande perdita di prodotto interno lordo per l’Italia in tempo di pace, dal momento della sua unificazione.Neanche negli anni 30 c’è stata recessione così profonda.”
Visto che fra poche settimane si terranno le elezioni europee Padoan ha affermato:”non è da escludere che in molti paesi possano esserci in maggioranza forze euro-scettiche, di partiti fortemente reazionari. Se prevalessero maggioranze di governi euroscettici ci sarebbe una Europa dei sovranismi. E se ci fosse una situazione del genere la prima cosa che direbbero i sovranisti è che non possono sopportare un paese indisciplinato come l’Italia, che sarebbe ancora più indisciplinato se si affermasse la linea di politica economica contenuta nel DEF. Avremmo non una Europa della concordia e della cooperazione ma una Europa dei conflitti.”
Ciò che il professor Padoan rimprovera a questa Europa è ” il non aver capito che l’agenda di politica economica e sociale andava aggiustata.Non si può avere un’agenda solo di disciplina fiscale. Servono strumenti a sostegno dell’occupazione, della solidarietà, della protezione dei lavoratori difronte alle crisi che ci sono o che torneranno ad esserci.”
L’ex ministro a Terni ha presentato anche il suo recente libro “Il sentiero stretto e oltre”, scritto con Dino Pesole, una riflessione sulla attuale situazione economica dell’Italia.
“Il rischio – ha detto nell’intervista rilasciata a Terni in Rete – è quello della crescita che si ferma, con la fiducia delle imprese e delle famiglie che è crollata, e l’aumento della fragilità finanziaria. Ciò esporrebbe l’Italia a shock negativi.”