E’ guerra fra Piera Maggio e Pietro Pulizzi e la trasmissione di Rete4 “Quarto Grado”.
I genitori di Denise Pipitone hanno formalmente diffidato il programma a “non trattare più il caso” della loro bambina scomparsa a Mazara del Vallo il 1° settembre del 2004.
“Si diffida il programma Quarto grado a non trattare più il caso di mia figlia, né a citare il mio nome o quello di mia figlia a causa delle continue, reiterate frasi offensive nei miei confronti affermate con veemenza inopportuna, senza contegno, da parte di Carmelo Abbate e senza nessuna presa di distanza da parte di Nuzzi, dimostrando al contrario, un plateale atteggiamento di parte e non certamente garantista. Ci si riserva di querelare il programma e gli autori che consentono questo scempio delle vittime di un reato”.
In trasmissione Abbate aveva ribadito che secondo lui Anna Corona e Jessica Pulizzi sono innocenti (lo sostiene da sempre).
Dopo il programma andato in onda venerdì Piera Maggio dal suo profilo Instagram aveva lanciato strali nei confronti di Carmelo Abbate opinionista fisso rivolgendosi direttamente al conduttore, Gianluigi Nuzzi
“Signor Nuzzi, ma a lei le pare onesto il comportamento schifoso usato nei miei confronti dal suo collega Abbate? E lei che lo fa parlare con tutta tranquillità. Ma come vi sentite a far denigrare una madre a cui le è stata rapita una bambina, cercando di giustificare la violenza. Ma cosa ne sapete di me, ma come vi permettete a giudicarmi e a farmi giudicare pubblicamente senza sapere . Ma secondo il suo parere di padre e di genitore, se questo venisse fatto ad una persona a lei cara, lei lo accetterebbe? Tutto questo è di uno squallore vergognoso. Non sapete nulla realmente della mia vita e mi fate passare per una donna frivola, leggera e senza sentimenti. Vergogna no?”
Aveva poi aggiunto: “La libertà di parola deve essere accostata al contegno e al rispetto delle situazioni e persone, specialmente se si sta parlando di vittime. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Vergogna assoluta Abbate e company Questo non è giornalismo.”