“Soluzione finale” per i pini ternani: gira e rigira saranno abbattuti. Tutti. Anche quelli che stanno sulle cartoline. In una città che ormai è tutta un pericolo. Orde di pusher che girano in bicicletta nelle vie del centro, liti, coltellate, gente di colore che chiede una moneta a chi esce dal supermercato, violenze carnali… Tanto che c’è chi ritiene necessario mobilitare l’esercito e guarda con favore all’istituzione delle ronde: cittadini che girano in tenuta antisommossa per portare ordine laddove serve. Energumeni che vanno in giro a mettere le cose a posto tutelando i cittadini, anche se c’è da chiedersi chi tutelerà i cittadini dalle ronde.
E l’aria? Puzze, diossina, inceneritori. Dice: vabbé almeno un po’ di alberi che depurano (forse). Basta però che non siano pini, perché i pini sono un pericolo costante: rami che crollano sulle case, le cose, le chiese.. marciapiedi impercorribili perché danneggiati dalle radici; il ballo di sanvito per chi percorre in auto i viali del parcheggio davanti agli stecconi degli uffici di via Bramante. Poi c’è Cardeto, dove gli aghi caduti creano uno strato che impedisce il funzionamento di certe attrezzature che dovrebbero garantire dagli incendi e così spesso divampano fiamme qua e là (non saranno fuochi fatui?). Per la pineta Centurini provvidero a suo tempo tracciandoci una strada in mezzo cosicché la pineta, un giardino pubblico, fu snaturata e tra poco verrà fuori che i pini a fianco della strada saranno anch’essi pericolosi per cui li dovremo abbattere. Via i pini e al loro posto alberi di specie autoctone perché il pino non lo è, dicono – anche se fu usato in abbondanza nei progetti delle città fasciste – e quindi c’è bisogno di una pulizia “etnica”, Quali specie, però, ancora in Comune non lo fanno sapere, ma la speranza è che lo sappiano almeno loro, e che non si tratti di piante grasse o fiori a tutta mandata.
Altro che motosega selvaggia! Qua siamo ormai alla ruspa livellatrice, che tutto appiana.
E’ vero che i pini sono un problema. Diventano pericolosi, specialmente se non li si cura, se magari non se ne alleggerisce la chioma con interventi costanti di manutenzione; né non si fa in modo di creare spazio – almeno dove possibile – per le radici. Se ne potrebbero salvare molti e non si cambierebbe del tutto il paesaggio urbano. E’ un problema impegnativo, questo è sicuro, di cui sarebbe necessario farsi carico anno dopo anno. Più semplice è intervenire subito con la soluzione finale e risolvere la questione una volta per tutte: alla radice, appunto.