I consiglieri regionali Silvano Rometti (SeR) e Marco Vinicio Guasticchi (Pd) hanno presentato una interrogazione per conoscere gli intendimenti della Giunta umbra in merito all’attribuzione dell’attività di controllo e di vigilanza in materia venatoria. I due consiglieri sottolineano il ruolo finora svolto in tale materia dalla Polizia provinciale, che “si è sempre distinta per la sua spiccata competenza e professionalità”.
Nel documento presentato all’assemblea di Palazzo Cesaroni, i due consiglieri di maggioranza, ricordano come con gli appuntamenti di preapertura, a cui farà seguito, domenica 18 settembre, l’apertura vera e propria, sia di fatto già iniziata, in Umbria, la nuova stagione venatoria. “L’attività della caccia, da sempre espressione di un rito e di una cultura fortemente radicata di questo territorio – spiegano – necessita, nella sua esplicazione, anche di un’attività di controllo e vigilanza, funzionale al mantenimento di un doveroso equilibrio ambientale e al rispetto delle regole vigenti. Durante il periodo venatorio, l’attività di controllo e vigilanza era stata finora svolta dal corpo di Polizia provinciale, sulla base della legge numero 157 dell’11 febbraio 1992, rimasta immutata anche a seguito della Legge Delrio, che riconosce un ruolo importante e fondamentale agli agenti del corpo. Il personale della Polizia provinciale, sulla base di una comprovata esperienza e di una professionalità acquisita con una specifica formazione nonché in base alla conoscenza del territorio e del mondo venatorio, risulta particolarmente dotato di competenze e di attrezzature idonee a svolgere il servizio in argomento. Dallo scorso primo settembre, questi agenti non hanno però potuto più effettuare alcun servizio nell’ambito della caccia, lasciando il compito di vigilanza in mano alle guardie venatorie volontarie, alle guardie ambientali e al Corpo Forestale dello Stato. Le guardie venatorie volontarie, precedentemente coordinate e supportate nella propria attività dalla Polizia provinciale, ora si trovano ad operare senza alcun coordinamento ed il necessario supporto pratico da parte della stessa. Alla Polizia provinciale – aggiungono Rometti e Guasticchi – era stato anche attribuito il compito di effettuare dissequestri dei fucili ritirati durante l’attività venatoria per delle irregolarità, mentre ad oggi non si sa a chi sia esattamente demandato tale compito, ritardando così i tempi di riconsegna delle armi da caccia, provocando disagi ai cacciatori che pagano regolarmente le tasse previste. Per questi motivi – concludono – chiediamo quali siano gli intendimenti dell’Esecutivo regionale in merito all’attribuzione dell’attività di controllo e di vigilanza in materia venatoria”.