In primo grado fu condannato a 9 anni e mezzo di reclusione; in appello la condanna fu dimezzata a 4 anni e 2 mesi di reclusione. Ieri sera la Cassazione ha stabilito che il processo è da rifare e che le prove nei confronti del condannato non sono sufficienti.
Stiamo parlando dell’incredibile vicenda giudiziaria dell’ex governatore dell’Abruzzo, Ottaviano del Turco che fu arrestato il 14 luglio del 2008 insieme ad altre 9 persone per tangenti nella sanità abruzzese. Del Turco trascorse quasi un mese in carcere e poi due mesi ai domiciliari. La sua carriera politica è stata stroncata. Si è dovuto dimettere da presidente della regione Abruzzo e sospendere dal partito Democratico, di cui è stato uno dei fondatori. Lui socialista di lungo corso e sindacalista. In realtà i soldi delle tangenti a Del Turco non sono stati mai trovati nonostante decine e decine di rogatorie internazionali. Lui si è sempre dichiarato innocente.
La Cassazione ha annullato il processo rinviando gli atti alla Corte d’appello di Perugia che ora dovrà rifare il processo, rideterminare l’accusa e trovare le prove altrimenti dovrà assolvere l’imputato. Tutto ciò accade a distanza di 8 anni. Un tempo lunghissimo.
“Chi risarcirà Ottaviano Del Turco per il male subito, per le umiliazioni, per il trattamento politico e mediatico? Nove anni di calvario. A sinistra e non solo in tanti dovrebbero riflettere e a lungo.” E’ questo il commento di Daniele Capezzone, ex Partito radicale, ex Forza Italia, ora deputato dei Conservatori e Riformisti.
“La Giustizia italiana, e le connesse risorse pubbliche necessarie, sono state impegnate per anni di processi e migliaia di pagine di verbali ad occuparsi delle strabilianti prove sul falso ideologico nella prima cartolarizzazione; su abusi di ufficio per budget provvisori manipolati, emendamenti legislativi segretamente modificati, documenti indebitamente sottratti alla legittima conoscenza pubblica, ispezioni sanitarie illegittime, ed una congerie di altre simili fandonie. Tutto questo al fine di prendere per ben 21 volte denaro da Angelini, per oltre 6 milioni di euro, dei quali nessuno ha saputo fornire prova nemmeno per un centesimo”. E’ questo, invece, il commento di Giandomenico Caiazza, il legale di Ottaviano Del Turco.
“La montagna di prove che doveva schiacciarmi, si è dimostrata per quello che era: una montagna di fango” , ha commentato lo stesso Del Turco
“Quando sei sommerso da una montagna di fango e riesci a non soffocare è quasi impossibile che non ti rimanga addosso qualche schizzo. Già la corte di appello mi aveva assolto da tutti i reati di abuso e di falso ideologico. E da 18 delle 21 fantasiose dazioni di denaro che avrei ricevuto, e delle quali non è mai stato trovato un solo euro. Ora si dissolve anche l’associazione per delinquere. Non trovo in questa vicenda nessun altro senso, se non la evidente necessità di dare una parvenza, seppure grottesca, di giustificazione alla infamia che ha travolto una giunta regionale democraticamente eletta e con essa la vita mia e di molti di noi”, ha concluso Del Turco.
La palla ripassa alla Corte d’appello di Perugia.