È giunto alla quindicesima edizione, il “Terni film festival Popoli e Religioni”, ma rischia seriamente di essere l’ultima per l’ormai disperata situazione economica. In sede di presentazione, nel salone della Curia vescovile di Terni, a lanciate il ‘grido di dolore’ è il direttore artistico del festival Arnaldo Casali.
“Io l’ho detto l’anno scorso che poteva essere l’ultima edizione, non era un ‘al lupo al lupo’, è stata l’ultima edizione perché non è più possibile fare il festival come lo abbiamo fatto in questi quindi anni, con le risorse che ci sono. Quest’anno è una sorta di esperimento, nel senso che abbiamo tanti sponsor, perché tanta gente, non solo lo staff organizzativo che da sempre è volontario e non prende alcun rimborso, gli artisti che vengono da sempre gratis, ma addirittura i fornitori di servizi ci hanno sponsorizzato. Però non è più possibile fare un festival così. Il nostro è un grido di allarme, un grido di dolore che abbiamo deciso di lanciare divertendoci grazie alla passione di tutti. Quest’anno sarà un festival che avrà l’apparenza di essere addirittura più grande degli anni passati. Trasformeremo la biblioteca comunale in una sorta di Disneyland con tanti giochi. Sarà un festival spettacolare seppur fatto con la metà dei fondi dell’anno passato. Lo abbiamo fatto per dimostrare che a Terni c’è una cosa veramente grandiosa che sta per chiudere. Un festival del genere non si può fare senza l’appoggio delle istituzioni, senza la Regione, senza il Comune. Comunque noi volevamo la luna e ce la siamo presa e ve la regaleremo a tutti”.
L’appuntamento, quindi, è dal 9 al 17 novembre al Cityplex Politeama, in Biblioteca e al Cenacolo San Marco. Il titolo è“First man”e intende raccontare il primo uomo e le prime donne, indagare sulla sorgente dell’umanità, sui grandi pionieri, ma anche su quel bisogno di toccare il cielo e andare oltre.
“In nove giorni racconteremo l’emancipazione femminile e il dramma della bulimia, i campi profughi, il terrorismo e le deportazioni dei salvadoregni causate dalle politiche sull’immigrazione di Donald Trump, il rapimento Moro e gli eroi antimafia, gli insediamenti israeliani in Palestina e l’emigrazione italiana, il mondo degli anziani e quello del carcere, la sindrome di Down e la straordinaria vita di Amedeo Modigliani. Il focus sull’integrazione quest’anno, per la prima volta, è dedicato all’Italia: perché oggi i meno integrati in Italia sembrano essere proprio gli italiani”.