Raccontare alle giovani generazioni l’esperienza nel Pool antimafia, ma soprattutto promuovere la cultura della legalità. Questa mattina, nell’aula del consiglio regionale dell’Umbria di Palazzo Cesaroni, i magistrati Giuseppe Ayala, vicepresidente della Fondazione Falcone, e Fausto Cardella, procuratore generale della Corte d’Appello di Perugia, hanno incontrato gli studenti di alcune scuole superiori di Perugia. Un incontro, promosso e organizzato dalla Presidenza dell’Assemblea legislativa umbra, al quale hanno preso parte anche la presidente Donatella Porzi, il presidente della Commissione d’inchiesta “Analisi e studi su criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose, tossicodipendenza, sicurezza e qualità della vita”, Giacomo Leonelli, e il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Marco Squarta.
“La strategia messa in atto per uccidere Giovanni Falcone – ha spiegato Ayala – è il frutto di una intelligenza sopraffina, che va oltre la mano che ha fatto esplodere l’esplosivo”. Per Ayala, “non fu solo la mafia ad intervenire. Mi auguro – ha aggiunto il magistrato – di poter assistere al momento in cui sarà fatta chiarezza. Non so, però, se ce la farò per motivi anagrafici”. “Volevamo restituire dignità allo Stato – ha detto Ayala ad una attenta platea di studenti – e alla gente per bene che aspettava che lo Stato facesse capire che c’era. In Italia il problema più grande è il tasso di illegalità. Le organizzazioni criminali – ha concluso – si sono infiltrate nel nord del Paese e non lo hanno fatto col tritolo, ma trovando porte aperte”.