La Provincia. Un ente “autarchico” è la definizione classica usata, almeno in passato, sui manuali di diritto amministrativo. L’autarchia, per chi ha una certa età o chi s’è appassionato un po’ alla storia patria, fa venire alla mente la “perfida Albione” che promosse l’embargo nei confronti dello stato fascista il quale dovette attrezzarsi e affrontare diverse difficoltà. L’autarchia in questione ha comunque a che fare con l’autonomia.
Le Province, appena dopo l’Unità d’Italia, furono il cardine del decentramento amministrativo, poi sono decadute. Fino ad arrivare al punto in cui il governo centrale (una specie di “perfida Albione” di oggi,per quanto le riguarda) ha posto “l’embargo” sulle competenze, gran parte delle quali sono state trasferite ad altri enti, (leggi Regioni, in primo luogo) e sui trasferimenti di fondi necessari a portare avanti le attività rimaste. Le aboliamo o non le aboliamo le Province? E’ questa la domanda, ma la risposta è rimasta in sospeso.
Accade però che giorno dopo giorno s’inneschino meccanismi che vanno nella direzione di una sempre minore capacità di governo da parte delle Province. Piove sul bagnato, in sostanza.
Alla Provincia di Terni, per esempio accade che lo scioglimento del Consiglio di Palazzo Spada stia riverberando qualche problema sul Consiglio provinciale.
Com’è? Va ricordato, in premessa, che Il consiglio provinciale non è più eletto direttamente dai cittadini, ma dai consiglieri del Comuni della Provincia che solo in quanto tali possono essere a loro volta eletti alla Provincia. Dei dodici consiglieri provinciali ternani tre sono decaduti in quanto componenti del disciolto consiglio di Palazzo Spada. Sono: Vladimiro Orsini, Renato Bartolini e Sandro Piccinini. Embé – dice – si surrogano con altri, ossia, così come previsto dalla legge, con i primi fra i non eletti. Ma la lista di centrosinistra di cui i tre facevano parte è rimasta senza “combattenti”, vale a dire che non ha i tre “riservisti”, ma solo uno, Isabella Tedeschini, assessore al Comune di Parrano.
E adesso il problema è mettere insieme il numero legale per riunire il consiglio e procedere. Quei due consiglieri di minoranza, mai avrebbero pensato che un giorno avrebbero contato così tanto.